E’ straziante il racconto della mamma che ha perso il suo bimbo al Pertini: “Non ricordo nulla”
E' straziante il racconto della mamma del neonato morto in ospedale a Roma: non ricorda nulla e prova a spiegare che cosa è accaduto quella drammatica notte
Raccontare questa storia, non è semplice. Soprattutto per chi ha un briciolo di umanità e di sensibilità e non si può limitare a narrare i fatti con titoli sbrigativi e frasi di circostanza. Perchè quando si parla della mamma che è tornata a casa senza il suo bambino, dopo aver dato alla luce una creatura sana in ospedale, di una mamma che non riesce neppure a ricordare quello che è stato, non si può liquidare il racconto titolando “la mamma che ha ucciso il suo bambino allattando“. La mamma non ha ucciso nessuno. Il piccolo è morto, ci saranno delle responsabilità ma quella donna, che per tutta la vita sarà segnata da una tragedia immane, non ha fatto del male al suo bambino. E questa storia, accaduta al Pertini di Roma ma che sarebbe potuta accadere ovunque, dovrebbe farci riflettere su quanto le neo mamme, vengano considerate indistruttibili ma invece avrebbero bisogno di un grande, grandissimo sostegno dopo il parto. Oggi la mamma di Roma, ha trovato la forza per raccontare quel poco che ricorda di quella notte drammatica e lo ha fatto in una intervista per il Corriere della sera, spiegando cosa è accaduto.
Il racconto della mamma di Roma che ha perso il suo bimbo nato da due giorni
Era stato il papà del piccolo ieri, a spiegare quanto fosse stato difficile per sua moglie restare due giorni sola in ospedale, allo stremo delle forze. La donna ha raccontato una storia straziante: “Ero ancora molto stanca, piuttosto provata dal parto, dopo 17 ore di travaglio, il 5 gennaio. Ero entrata in ospedale il giorno precedente, avevamo scelto il Pertini perché ero affezionata a questo posto visto che ci sono nata anche io. Per due notti, quella dopo aver partorito e quella successiva, sono riuscita, a fatica, a tenere il bambino vicino a me. Ero stravolta, ho chiesto aiuto alle infermiere, chiedendo loro se potevano prenderlo almeno per un po’, mi è sempre stato tuttavia risposto che non era possibile portarlo nella nursery. E lo stesso è accaduto la notte di sabato. Anzi, mi sentivo peggio dei giorni precedenti. Ho chiesto ancora di prendere il bimbo, non l’hanno fatto. Due notti ho resistito, l’ultima ero davvero affaticata. “Non è possibile”, mi è stato risposto ancora una volta“. E poi la notte della tragedia. Pochi i ricordi di questa donna che stava dormendo, sfinita.
Non si è accorta di nulla la neo mamma. Spiega al Corriere: “All’improvviso, nel cuore della notte, sono stata svegliata dalle infermiere: il bambino non stava più nel letto con me. Senza dirmi una parola, mi hanno fatto alzare e mi hanno portato in una stanza vicina: lì mi hanno comunicato che il bimbo era morto. Non ricordo che fosse presente una psicologa, e nemmeno che mi abbiano dato una spiegazione più approfondita.” Stenta a credere che sia successo davvero: “ Di sicuro non mi hanno detto come era successo. A quel punto non ho capito più niente, mi è crollato tutto addosso. Forse sono anche svenuta.” La mamma spiega anche che il bambino fino a quel momento era in salute, pesava tre chili e non c’era nessuna preoccupazione in merito al suo stato. Ancora oggi fa fatica a spiegarsi che cosa è accaduto ma è certa di una cosa: lotterà per avere risposte e per avere giustizia per suo figlio.