La piccola Diana morta a Milano: dalle chat della madre novità shock. L’ombra degli abusi
Dalle indagini per la morte della piccola Diana a Milano, emergono inquietanti dettagli. Una chat potrebbe dimostrare anche gli abusi subiti dalla bambina
Nelle ultime ore stanno emergendo dei dettagli inquietanti che riguardano la piccola Diana. Negli occhi di milioni di italiani, ci sono le due immagini, le uniche due foto di quella bambina che è stata abbandonata nella caldissima estate di Milano, da sola in casa, da sua madre. Diana, morta di stenti, non è ancora chiaro se anche stordita da farmaci. Diana, lasciata da sola in casa per una settimana. Diana che avrebbe provato a nutrirsi con il suo pannolino. I vestitini della piccola sono ancora appesi al filo di quella casa maledetta mentre sua madre, Alessia Pifferi, è in carcere.
E in questa storia, purtroppo, emergono altri inquietanti dettagli. Sul Corriere della sera ieri, sono state pubblicate alcune chat che la madre della piccola Diana, avrebbe intrattenuto con uomini sconosciuti su Tinder o su altri siti di incontri. Chat che dimostrerebbero, secondo chi indaga, una storia ancora peggiore di quella che è stata raccontata fino a questo punto.
«Posso baciare anche lei?». «Lo farai». È in questi messaggi, scambiati in una chat lo scorso marzo, che gli inquirenti ipotizzano nuove accuse per Alessia Pifferi, la madre della piccola Diana, lasciata morire di stenti. Il pm Francesco De Tommasi configura l’ipotesi di atti sessuali con minorenne nei confronti della donna e di un 56enne bergamasco. Secondo quanto emerge, la madre di Diana, incontrava altri uomini per dei rapporti a pagamento. E non si sarebbe limitata a questo. Una storia di abusi, potrebbe celarsi dietro a questa vicenda.
Le chat e i messaggi: si teme che la piccola Diana abbia subito abusi
Secondo le ultime notizie, riportate in queste ore su tutti gli organi di informazione, l’uomo delle chat è stato perquisito nella mattinata di martedì 25 ottobre dagli investigatori della squadra Mobile. La nuova accusa nasce dall’analisi delle chat contenute nel cellulare della 37enne con alcuni uomini da cui emergerebbe l’organizzazione di prestazioni sessuali dietro compensi.
In particolare, una di queste ha attirato l’attenzione degli investigatori della Squadra mobile di Milano, coordinati dal pm Francesco De Tommasi. Si tratta di quella con un 56enne, residente in provincia di Bergamo. Secondo chi indaga, quando l’uomo manda un messaggio ad Alessia Pifferi e le scrive se “poteva baciare anche lei” si riferisce purtroppo alla bambina. La Pifferi avrebbe dato il suo benestare, scrivendo: “Lo farai”.
Il 56enne, indagato con la donna, è stato perquisito dai poliziotti e cellulari e pc sono stati sequestrati dagli agenti per accertamenti. Alessia Pifferi, difesa dagli avvocati Solange Marchignoli e Luca D’Auria, aveva sempre negato la sedazione di Diana e ogni altra violenza. La donna è in carcere dal 20 luglio. L’uomo coinvolto in questa vicenda invece, come rivela Repubblica, sarebbe sposato e con due figli ma non risulterebbero precedenti per abusi. Le chat, secondo quanto emerge, risalirebbero ai mesi di marzo del 2022 e sarebbero andate avanti, fino a maggio 2022. Non un solo incontro quindi, si potrebbe ipotizzare. La chat della Pifferi con altri uomini, per incontri di questo genere, sono diverse. Ma in nessun altro scambio, si parla di altre persone, e non ci sono riferimenti che lascerebbero pensare alla piccola Diana, come nel caso del 56enne indagato.