Attualità Italiana

La famiglia di Liliana Resinovich non crede al suicidio, il fratello Sergio: “Una verità di plastica”

Il fratello di Liliana Resinovich non ha nessuna intenzione di credere alla pista del suicidio e lo ribadisce: la famiglia della donna non accetta questa pista e chiede verità

caso liliana

La famiglia di Liliana Resinovich si aspetta di avere delle risposte. Si battono sin dall’inizio di questa vicenda i suoi cari. Suo fratello Sergio, le sue cugine, le nipoti che lei adorava. E ancora oggi, continuano a credere che Lily non si sia tolta la vita e si dicono pronti a continuare la loro battaglia per scoprire che cosa è successo davvero alla donna, il 14 dicembre 2022, il giorno della sua scomparsa. Non credono al suicidio, lo ribadisce Sergio Resinovich, che definisce questa pista in modo molto forte. Parla di ” una verità di plastica”, che “non convince me e i miei familiari”. Sono queste le parole del fratello di Liliana in una nota diramata tramite la consulente criminologa Gabriella Marano. “Conoscevo bene mia sorella, nulla di quanto le si attribuisce faceva parte dei suoi comportamenti consueti”.

La convinzione dei familiari di Liliana: non si è suicidata

Non ho mai accusato nessuno, non voglio farlo ora, da fratello e da semplice cittadino cerco solo di capire cos’è realmente successo e mi auguro che tutti coloro che hanno conosciuto ed amato Lilli, non si accontentino, come me, di una soluzione così debole ed instabile”, continua la nota. Il fratello di Liliana ribadisce che non può credere all’ipotesi del suicidio. L’uomo ribadisce di aver “sempre dichiarato di essere pronto ad accettare anche questa amara verità, purchè convincente sotto il profilo dei fatti e della scienza”.

Sergio spiega che la famiglia di Liliana ha atteso con pazienza il lavoro fatto da chi ha indagato ma al momento, non c’è stata “nessuna risposta esaustiva, per quanto da me conosciuto, è arrivata, tutto sempre aperto, molto generico”. Ed è per questo che al momento, per la famiglia di Liliana, ci sono solo dubbi e perplessità. Non ci sarebbe infatti, a detta del Resinovich, nessuna prova del fatto che Liliana si sia suicidata. Poi parla anche di vari aspetti non chiariti, di cose da approfondire e di errori e imprecisioni che emergono dalla perizia. I familiari di Liliana pretendono che la sua memoria venga rispettata e lo si potrà fare solo se si conoscerà davvero tutta la verità.

Per questa ragione, Sergio Resinovich ha annunciato che chiederà agli investigatori e alla Procura – “verso i quali nutro sentita stima per la professionalità e l’impegno” – di “approfondire e integrare l’esame medico legale e procedere, se la Giustizia lo riterrà assolutamente necessario, ad un nuovo esame, per eliminare così le tante ombre che ancora permangono sulla fine di mia sorella”.

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