Il padre di Carol Maltesi distrutto: per due mesi parlava con sua figlia ma era in realtà il suo assassino
Parla anche il papà di Carol e spiega che in questi mesi ha continuato a sentire sua figlia ma in realtà era il suo assassino che mandava messaggi
Mettendo insieme tutti i tasselli di questa storia che ha sconvolto l’Italia intera, ci si chiede perchè nessuno per due mesi, abbia cercato Carol Maltesi, la donna uccisa dal suo ex, fatta a pezzi e gettata in sacchi della spazzatura. E’ la domanda che tutti si sono fatti ma le risposte in questa vicenda, sono diverse. Tutto parte dai rapporti che Carol aveva con i suoi parenti, con il padre di suo figlio. La ragazza era ancora innamorata del giovane ma la loro era una relazione contrastata: da quando aveva deciso di dedicarsi al mondo per adulti, di fare foto e film, la famiglia del suo fidanzato non gradiva la sua presenza, tanto da allontanarla. Carol quindi si era ritrovata a cambiare casa diverse volte, prima di sistemarsi in modo definitivo. Aveva tanti amici la 25enne e non è vero che nessuno si sia chiesto che fine abbia fatto. Perchè in questa storia piena di crudeltà, emerge anche il lato più subdolo di Davide Fontana, l’assassino di Carolo. Colui che ha preso il suo cellulare e ha continuato a farsi sentire con la mamma della ragazza, con suo padre, con gli amici. Ha scritto anche al manager della ragazza, alle sue amiche. Ha finto per mesi di essere lei, persino il 19 marzo, come rivela oggi il padre di Carol, ha pensato bene di mandare un messaggio per la festa del papà.
E’ vero, Carol non si mostrava in video chiamate, nessuno sentiva la sua voce da mesi, ma era sempre attiva, rispondeva a tutti e a qualcuno aveva chiesto del tempo, aveva detto di volersi prendere una pausa, volontà che in tanti stavano rispettando.
Lo strazio del padre di Carol Maltesi: parlava con Fontana al cellulare non con sua figlia
A scoprire che per due mesi a mandare messaggi era stato Fontana e non sua figlia, è stato anche il padre di Carol che al Corriere della sera racconta: “Quell’uomo è un mostro. In queste settimane io scrivevo a mia figlia e lui mi rispondeva facendo finta di essere la mia Carol. Credevo che lei stesse bene invece l’aveva già ammazzata, ci siamo mandati messaggi anche per il mio compleanno , ma ora ho scoperto che era lui a farmi gli auguri, non mia figlia… Sono sconvolto, ditemi solo che non è vero”.
Il padre di Carol vuole anche rendere omaggio alla memoria di sua figlia, dopo le tante cattiverie che ha letto in queste ore: “Ho il cuore distrutto dal dolore, non riesco a parlare. Non posso non piangere, non sono riuscito a chiudere occhio, vorrei solo che non fosse vero. Non era una pornostar come sto leggendo, lei era un angelo”.
Il padre di Carol spiega che provava sempre a chiamarla ma trovando il cellulare spento aspettava che fosse lei a farsi viva ed erano sempre poi messaggi whatsapp quelli che la ragazza mandava. E’ successo per due mesi ma questo non ha insospettito il padre della ragazza che comunque, era sempre in contatto con lei.