La triste vicenda di Carmine d’Errico ucciso dal figlio andato in tv poi a fare un appello
Pensava di aver compiuto l'omicidio perfetto ma si sbagliava: è stato arrestato Lorenzo d'Errico accusato di aver ucciso suo padre
Non aveva convinto nessuno l’appello forzato, lanciato da un uomo a Chi l’ha visto, dopo la scomparsa del padre. Le forze dell’ordine lo stavano tenendo d’occhio da tempo, sicuri che dietro alla sua versione dei fatti, sulla scomparsa del padre, ci fosse qualcosa di non detto. E non sbagliavano visto che ieri si è arrivati, a oltre un mese dall’inizio di questa storia, all’arresto. Parliamo della vicenda di Cusano Milanino: nella villetta della famiglia d’Errico, sono state trovate tracce che non lasciano dubbi. Carmine è stato ucciso in quella cucina, in quella casa e non se n’è andato via lontano. Non si è suicidato a causa di un brutto male che lo aveva colpito, come aveva fatto credere suo figlio, lanciando questa ipotesi. Ma è stato ucciso, con oltre 40 martellate. E l’assassino poi, avrebbe pulito tutto. Pensava, di aver tolto ogni traccia ma non aveva fatto i conti con gli schizzi insidiosi di sangue che restano indelebili sulle pareti, nei posti più nascosti. Succede spesso, è successo anche nel caso di Lorenzo D’Errico, che continuava a dire di non avere nulla a che fare con la morte di suo padre. Ma quelle tracce trovate dal Luminol nella villetta, non mentono.
Tenta di fuggire fino all’ultimo l’assassino ma i Carabinieri lo stanno seguendo e mettono fine a questa triste vicenda: è stato lui a uccidere suo padre la notte prima di Capodanno. E poi, proprio nell’ultimo giorno dell’anno, avrebbe anche bruciato il corpo dell’uomo, con la speranza di farla franca. Per due volte è comparso alla trasmissione «Chi l’ha visto?», ammettendo gelido che le voci che giravano sul suo conto, sui suoi dissidi con il padre, sulle sue manie di ordine e pulizia, erano vere. E che ben sapeva che «sulla pecora nera» si sarebbero concentrati i sospetti.
Carmine d’Errico ucciso prima a martellate e poi bruciato
Secondo le ultime notizie sull’indagine, trapelate proprio in queste ore, il corpo della vittima è stato bruciato in un’area dismessa di Cerro Maggiore, a trenta chilometri da casa. Ad incastrarlo, in un crescendo di incongruenze e messinscene, una cella telefonica che lo collocava a Cerro la notte in cui è stato bruciato il corpo e soprattutto le tracce di sangue trovate nella cucina.
In tv il figlio di Carmine aveva detto che suo padre se ne era andato in pigiama, che forse voleva togliersi la vita, dopo aver scoperto di essere malato. Lorenzo D’Errico non s’è scomposto neppure quando il 6 gennaio i carabinieri hanno trovato l’auto del padre («Si è allontanato in macchina con un pigiama, un paio di ciabatte e uno spazzolino», aveva raccontato) non a Sant’Angelo Lodigiano dove doveva andare per Capodanno da una coppia di amici, ma parcheggiata a 350 metri da casa.
Pensava di aver messo a segno l’omicidio perfetto, continuava a vantarsi di avere il controllo di ogni dettaglio e si vantava di un quoziente intellettivo oltre la media, invitava chi lo accusava di guardare delle serie tv, forse le stesse che ha visto lui e da cui pensava di aver imparato molto e invece…Ci ha provato: il cellulare cambiato qualche giorno dopo il delitto, l’auto della fidanzata (che era all’estero) presa in prestito e lavata con la varechina dopo averla usata per trasportare il cadavere. Non aveva calcolato però le telecamere delle case vicine che lo hanno ripreso mentre si allontanava dopo aver parcheggiato l’auto del padre.
E lui, che sapeva tutto di crime, si è lasciato scappare anche tanto, e le cimici hanno intercettato tutto. Ha persino buttato via l’acquario al quale suo padre teneva tanto. Tutti gesti che erano più di una ammissione di colpa.