Il governo pensa a una zona bianca: cosa si potrebbe fare nelle regioni di questo colore?
Il Governo starebbe valutando l'ipotesi di una zona bianca o verde: ecco che cosa si potrebbe fare in queste aree
Mancano pochissime ore alle decisioni ufficiali che il Governo presenterà per regolamentare le prossime settimane. Si pensa a un nuovo DPCM o forse delle nuove ordinanze che permetteranno di capire che cosa accadrà in Italia dopo il 6 gennaio, giorno in cui terminerà la validità del decreto Natale. Nelle ultime ore si sta parlando moltissimo anche di una novità: la zona bianca. Pare infatti che il ministro Franceschini abbia proposto al Governo di pensare a una quarta area, la zona bianca, che etichetterebbe i posti in cui ci sono meno contagi, ma non solo, e si potrebbero quindi fare più cose rispetto agli altri posti. Al momento si parla di zona bianca ma potrebbe anche essere la zona verde di cui si era parlato a novembre, prima che si dividesse l’Italia in zone gialle, arancioni e rosse.
Ma che cosa si potrebbe fare in queste aree che rientrerebbero in zona bianca o zona verde?
La zona bianca/verde: una proposta di Franceschini
L’idea della zona bianca dal 15 gennaio arriva dal ministro della Cultura Dario Franceschini e avrebbe l’appoggio del collega della Giustizia Alfonso Bonafede, capi-delegazione del Pd e del M5s. Nelle regioni che rientrerebbero in zona bianca, ci sarebbe lo stop del coprifuoco, la riapertura di ristoranti, bar, pub, cinema, palestre, piscine, musei e teatri; questo succederebbe appunto, nelle regioni meno a rischio. Una mossa che servirebbe forse a invogliare tutti a comportarsi in modo virtuoso in modo da poter tornare lentamente alla normalità. Certo che fa riflettere il fatto che non ci sia ancora chiarezza sul rientro a scuola, ma si pensi a zone bianche che, stando ai dati in arrivo in questi giorni, al momento sembrano essere mera utopia.
Cosa si potrebbe fare in zona bianca?
Nella zona bianca rientrerebbero le regioni o le aree con gli indicatori più positivi, quindi Rt più basso e maggiore capacità delle terapie intensive. Qui potrebbero riaprire i luoghi della cultura, i centri sportivi al chiuso, non ci sarebbe più il coprifuoco dalle 22 alle 5. Chiaramente la proposta viene fatta dai due ministri che hanno visto i settori dei quali si occupano maggiormente colpiti. Se è giusto che cinema e teatri ad esempio, riaprano, è anche giusto pensare a farlo in sicurezza. Perchè se si continuerà a ragionare come si è fatto in questi mesi, dopo qualche settimana, ci si potrebbe ritrovare punto e a capo. Ci viene più difficile pensare che si possa anche solo ipotizzare di riaprire ad esempio gli stadi; in un paese in cui le scuole restano chiuse, questo sarebbe davvero inconcepibile.