La storia di Luca: suo padre assolda un picchiatore per punirlo perchè è gay
Padre assolda picchiatore per punire il figlio chirurgo, colpevole di essere omosessuale. La storia di Luca raccontata a Pomeriggio 5
Un figlio colpevole di essere gay. E un padre che assolda un picchiatore per punirlo. E’ questa, in sintesi, la storia raccontata da Luca, chirurgo torinese ospite di Pomeriggio 5. La padrona di casa Barbara D’Urso dà spazio a questo racconto che ha davvero dell’incredibile in un 2020 in cui ancora l’omosessualità viene vista come un qualcosa assolutamente da contrastare da parte di alcune persone. Lo sa bene Luca che nel 2017 ha dovuto affrontare anche l’aggressione del compagno. In quel caso era stato sempre suo padre a assoldare una persona per picchiarlo.
Padre assolda picchiatore contro il figlio gay: il racconto di Luca
Il giovane chirurgo racconta che il suo calvario è cominciato quando ha deciso di confessare a sua madre, malata di cancro, di essere gay. La notizia, che sul momento sembrava non aver lasciato segni, ha invece sconvolto gli equilibri familiari e a prenderla male sarebbe stato il padre di lui, deciso a punire il figlio per quell’oltraggio. Soprattutto quando il figlio chirurgo viene fotografato al mare in Costa Azzurra con un noto attore e le foto finiscono su qualche rivista scandalistica.
Da quel momento per Luca comincia il calvario, come racconta lui stesso ai microfoni di Pomeriggio 5: “Tutto è iniziato quando ho confessato a mia madre, malata di cancro, di essere omosessuale. La persona che aveva il compito di farmi del male, compromettendo le mie mani, mi ha confessato tutto e insieme abbiamo deciso di fare un servizio fotografico per provare che mi avesse aggredito per davvero“. Ma i momenti tristi non sono finiti lì per il chirurgo torinese che tre anni fa ha dovuto fare i conti anche con l’aggressione al compagno: “Nel 2017 mio padre ha assoldato qualcuno per aggredire anche il mio compagno che è finito in ospedale“.
Il padre, nel corso degli anni, avrebbe continuato a perseguitarlo perché non avrebbe mai accettato l’idea di avere un figlio omosessuale. Un disonore per lui, a quanto pare. Voleva così che il picchiatore da lui ingaggiato rovinasse le mani del figlio, mettendo quindi la parola fine alla sua carriera da chirurgo. La vicenda è ovviamente finita in tribunale e si è conclusa con un patteggiamento di due anni da parte del padre, oggi 75enne, con l’accusa per lesioni aggravate e stalking davanti al gup Ludovico Morello del tribunale di Torino.