Nuove zone rosse e arancioni: le regioni che potrebbero cambiare colore domani
Nuove zone rosse e arancioni: scopriamo quali sono le regioni che rischiano di cambiare colore nei prossimi giorni
Nuove zone rosse e arancioni: come cambia la mappa della nuova Italia ridisegnata in base ai colori? Sono sempre meno le regioni che fanno parte della zona gialla, ovvero quella considerata con moderata criticità. Il Dpcm varato dal Governo una settimana fa aveva annunciato cambiamenti in corso in caso di necessità e le prime modifiche ci sono già state, con Liguria, Toscana, Abruzzo, Basilicata e Umbria spostate dalla zona gialla a quella arancione. Qualcosa potrebbe però ancora cambiare: i numeri dei contagi non accennano a diminuire e anzi sono in aumento in molte regioni. Gli ospedali sono al collasso, molti medici nei giorni scorsi hanno invocato il lockdown in tutta Italia per provare a arginare una situazione davvero molto delicata e che rischia di far ripiombare l’intero paese nel baratro. Insomma ci saranno sicuramente nuove zone rosse e arancioni decise dal Governo nelle prossime ore. Scopriamo quali sono le regioni che rischiano di cambiare coloro e sottostare, quindi a nuove restrizioni.
Nuove zone rosse e arancioni: le regioni che rischiano di cambiare
Dopo il già menzionato cambiamento di Toscana, Abruzzo, Basilicata, Umbria e Liguria, adesso anche altre regioni stanno rischiando grosso. Si tratta di Campania, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna che in queste ultime ore stanno facendo registrare una vera e propria impennata di contagi. Aveva destato polemiche, in un primo momento, l’inserimento da parte del Governo della regione Campania nella zona gialla visto che il suo Governatore, Vincenzo De Luca, aveva imposto regole molto rigide ai suoi corregionali, proprio a causa della situazione al limite negli ospedali. Adesso la Campania sembra davvero vicina a passare tra le regioni con alta criticità perché il numero dei contagi da Covid 19 non accenna a diminuire.
I criteri per stabilire i “colori”
Anche questa volta, così come è stato per il primo decreto che inseriva le regioni d’Italia in una zona piuttosto che in un’altra, il Governo si avvarrà di 21 indicatori per decidere se stringere o allargare le maglie della stretta lasciando ai governatori la possibilità di optare per nuove ordinanze per arginare i contagi. Si prospettano settimane difficili, con il premier Conte e il suo staff che, per la metà di novembre, effettuerà una prima valutazione per capire se le nuove restrizioni hanno portato benefici in termini di curva di contagi. Se così non fosse, anche la seconda parte di questo mese di prospetta particolarmente delicata per tutti con lo spauracchio del lockdown totale che incombe minaccioso.