Sergio Sylvestre canta l’inno d’Italia ma dimentica le parole: dai social insulti, offese e commenti indignati
Sergio Sylvestre scelto per l'inno nazionale nella finale di Coppa Italia: dai social pioggia di insulti, commenti razzisti e offese
Vi ricordate quella frase che qualche mese fa echeggiava un po’ ovunque, dagli articoli firmati dalle grandi penne del giornalismo italiano, ai blog, passando per i social. Tutto questo ci cambierà, si diceva. “Ne usciremo migliori” il nuovo mantra. Così migliori che nel corso della partita di Coppa Italia, la finale che ha visto scendere in campo Napoli e Juve, sui social invece che parlare di calcio, di emozioni, di partita, si è parlato del fatto che si fosse scelto di affidare l’inno di Mameli, quest’anno, a Sergio Sylvestre. Ecco la versione fatta dall’ex di Amici, musicalmente parlando non ha entusiasmato, e su questo possiamo essere anche tutti d’accordo. Aver sbagliato le parole, essersi fermato forse a causa della grande emozione poi, non lo ha aiutato. Ma da qui a essere il bersaglio di gente che vive in un paese in cui si scende in piazza per George Floyd ( giustamente) con insulti e commenti razzisti, ce ne passa. Essere in tendenza, come ci ricorda Fedez, che ne sa qualcosa di queste shitstorm, va anche bene, ma che senso ha togliere da un catalogo di film Via col vento se poi alla prima occasione ce ne usciamo con frasi come “ecco che cosa c’entrava adesso un cantante nero a cantare l’inno di Italia, con tutti quelli che ci sono in giro”. Ma del resto che questo inno di Mameli scateni l’indignazione dei più grandi critici musicali, ne sa qualcosa anche Emma Marrone che qualche anno fa, non fu travolta da commenti razzisti essendo una ariana pura, ma fu travolta da pesantissime critiche per la versione che ne aveva fatto.
INSULTI E OFFESE CONTRO SERGIO SYLVESTRE DOPO L’INNO DI ITALIA
Il cantante ce le ha tutte: è grasso, è un dato di fatto incontrovertibile ma non significa che lo si debba insultare per questo motivo. Per gli odiatori poi ha anche alzato il pugno, oltre a essere un nero, non un degno rappresentate del popolo italiano. E poi ci sono i soliti complottisti che ci ricordano che anche la scelta di portare un cantante di colore in campo per la finale di Coppa Italia è una manovra per plasmare le nostre menti…
Come era il mantra sul fatto che ne saremmo usciti migliori?
Daniele Capezzone@Capezzone intanto sui social un significativo messaggio: #SergioSylvestre destinato a diventare idolo delle sardine ha: -saltato molte parole dell’inno nazionale -alzato un pugno chiuso -gridato minacciosamente: “No justice, no peace”. Già che c’era poteva recarsi al vicino Stadio dei Marmi e sfregiare un po’ di statue
#SergioSylvestre visto il livello, non sfigurerebbe nel governo #Conte accanto a Bellanova e Spadafora. Che livello, il perfetto mix tra la poraccitudine dei 5 s e la violenza ideologica, figlia del comunismo, dei piddini
Per fortuna poi c’è anche chi ci riporta nel presente e ogni tanto facciamolo, diamo spazio al bello che c’è nel nostro paese, il marciume, lasciamolo da parte: #SergioSylvestre Non ve n’è mai fregato un cazzo dell’inno italiano. Sempre a dire “Padania is not Italy”, “Napoli non è l’Italia”. Ma adesso essere italiani va bene per rivendicare un patriottismo mai esistito contro un ragazzo che era emozionato e ovviamente nero #coerenza
Ho aperto l’hashtag: senza parole. Nero, straniero, grasso… la solita coprofagia nazionalista. Scommetto che poi l’inno non lo sa neppure chi scrive queste schifezze. L’emozione e la situazione possono giocare brutti scherzi, il pugno era legato alla protesta. #SergioSylvestre