Uccide la compagna con un fucile a pompa dopo due settimane di quarantena insieme: succede a Truccazzano
Uccide la compagna con un fucile a pompa dopo due settimane di quarantena insieme: succede a Truccazzano. Alessandra aveva 47 anni
E’ ancora una storia di violenza contro le donne quella che dobbiamo raccontarvi in questa domenica di metà aprile. Ci si prepara alla fase 2 in Italia ma al momento, molte coppie sono costrette a convivere forse anche quando uno dei due non lo vorrebbe. E pare che Alessandra non volesse più stare con il suo compagno. La convivenza forzata in questi giorni di emergenza a causa del Covid 19 l’aveva forse portata a prendere una decisione, quella di lasciare Antonio. Una decisione che l’uomo non poteva digerire e per questo, questa notte, ha impugnato un fucile a pompa e l’ha uccisa. Un colpo secco alla testa. Poi si è presentato dai Carabinieri per raccontare quello che aveva fatto. Purtroppo quando i soccorsi sono arrivati ad Albignano, frazione di Truccazzano in provincia di Milano, per la donna non c’era più nulla da fare. I soccorritori hanno potuto solo constatarne il decesso.
Non sappiamo se davvero Alessandra avesse intenzione di lasciare il suo compagno o se questa sia solo la sua versione dei fatti.
Per ora è accusato di omicidio, senza aggravanti: andrà accertato se l’omicidio era stato meditato da tempo.
ANTONIO VENA UCCIDE LA SUA COMPAGNA: LEI PARE VOLESSE LASCIARLO
La vittima è Alessandra Cità, una donna di 47 anni, tranviera di Atm sulla linea 27. L’omicida è Antonio Vena, suo coetaneo e come lei nativo di un paese della Sicilia, operaio nel settore della meccanica con precedenti penali, con cui aveva una relazione da 9 anni. L’uomo ha confessato subito, “L’ho uccisa io” ha detto ai Carabinieri consegnandosi pochi minuti dopo l’omicidio.
I motivi che hanno portato l’uomo a uccidere la sua compagna: forse la gelosia. Ha raccontato alle forze dell’ordine che ormai era diventato ossessionato dalla gelosia e ieri c’era stata l’ennesima discussione. L’uomo ha spiegato che la gelosia era causata dalla distanza, la loro infatti era una relazione a distanza. L’assassino infatti lavorava Bressanone, in provincia di Bolzano e di solito in questi anni raggiungeva la villetta schiera della compagna tutti i venerdì per passare insieme il weekend e poi ritornare a casa sua.
Le cose però erano cambiate da quando le restrizioni per il coronavirus si erano fatte più rigide e quindi l’uomo aveva iniziato a convivere con Alessandra. Una convivenza che però a quanto pare ha fatto uscire solo il peggio dell’uomo.
Non risultano denunce sporte dalla donna o segnalazioni di violenze pregresse. Il fucile a pompa calibro 12 è stato ritrovato in casa, ora sotto sequestro: la donna aveva un regolare porto d’armi ma è possibile che l’arma fosse nelle disponibilità del compagno.