Attualità Italiana

Emergenza Coronavirus: in Campania De Luca chiude parrucchieri, barbieri e centri estetici

Vincenzo de Luca decide di chiudere centri estetici, barbieri e parrucchieri: ecco l'ordinanza

Con un lungo intervento oggi a Radio Kiss Kiss, il governatore della regione Campania, ha annunciato alcune decisioni importanti che si uniscono dai divieti dei due decreti del Governo. Vincenzo de Luca ha deciso di mettere in atto dei provvedimenti restrittivi in regione che possono aiutare a frenare il numero dei contagi.  Vincenzo De Luca, con propria ordinanza «visto il Dpcm 9 marzo 2020, recante Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020 n.6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID 19 – ha disposto con decorrenza immediata e fino al 3 aprile 2020, la chiusura degli esercizi pubblici di barbiere, parrucchiere, centri estetici». Una scelta difficile, compresa da tanti cittadini, discussa da molti imprenditori e commercianti, che in questo momento però sembra essere necessaria. Sono molti gli imprenditori nell’ambito del commercio, come i ristoratori ad esempio, che stanno prendendo di libera iniziativa decisioni importanti, come quelle di chiudere ristoranti, bar, pub e altre attività. Al Nord molte catene di abbigliamento si muovo in questa direzione, non vendendo beni di prima necessità.

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 In Radio il presidente della regione Campania ha anche voluto invitare tutti i suoi corregionali a non andare in massa ai supermercati perchè non ce n’è bisogno. Ha poi dato un aggiornamento su quelli che sono a oggi, i dati della regione Campania. De Luca ha spiegato: «ad oggi ci sono 125 persone contagiate, un numero sostenibile e governabile. Ci sono anche 1.500 persone in isolamento domiciliare controllato grazie al lavoro efficace di prevenzione nei giorni scorsi. Tra i 125 contagiati la metà non ha sintomi forti e quindi sono a casa e curati dal medico di famiglia, mentre tra quelli ricoverati un 40% è negli ospedali, nei normali reparti di malattie infettive mentre in rianimazione c’è non più del 7% dei pazienti conclamati. Il nostro problema al momento è governabile ma stiamo lavorando per avere il raddoppio dei posti letto in terapia intensiva» .

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