Attualità Italiana

Brescia, salgono a 138 i casi di polmonite: resta alta l’allerta, ipotesi batterio nell’acqua

A Brescia sale il numero dei casi di polmonite e resta, dunque, alta l'allerta, mentre si cerca di individuare la causa di questa epidemia

brescia alta l'allerta di polmonite

A Brescia hanno superato quota 130 i casi di polmonite. Questi numeri sono simili a quelli di una vera e propria epidemia. Al momento si pensa che la patologia sia causata nella bassa Bresciana orientale da un batterio presente nell’acqua. In particolare, si sono registrati casi nei comuni di Acquafredda, Calvisano, Carpenedolo, Montichiari, Remedello e Visano. Al pronto soccorso sono in tutto 121 gli accessi registrati, mentre in 107 sono stata già ricoverati. Resta alta l’allerta polmonite e ora è caccia al batterio.

BRESCIA, CACCIA AL BATTERIO CHE POTREBBE AVER CAUSATO I 138 CASI DI POLMONITE ULTIME NOTIZIE

È caccia al batterio che ha colpito Brescia, facendo registrare ben 138 casi di polmonite. Nella zona della bassa Bresciana è in calo il numero delle persone che arrivano al pronto soccorso, ma sono quasi 150 i casi registrati. L’obbiettivo è quello di individuare luoghi comuni di trasmissione del batterio, pertanto le autorità stanno interrogando le persone ricoverate. Bisogna ora comprendere qual è la fonte di contagio, per fermarla. Si tratta di una vera e propria emergenza. Al momento sono stati disposti accertamenti sul decesso di 85enne di Carpenedolo e su quello di una donna di 69 anni, rispettivamente di Carpenedolo e di Mezzane di Calvisano. Lo scopo è quello di trovare la causa che possa essere legata a questa epidemia. L’assessore lombardo alla Sanità, Giulio Gallera, ha rivelato che le autopsie hanno dato esito negativo. Nel dettaglio ha dichiarato: “I due decessi di Brescia non parrebbero essere collegati ai casi di polmonite”.

ALTA L’ALLERTA POLMONITE A BRESCIA: GLI ACCORGIMENTI CHE DEVONO SEGUIRE I COMUNI

Questa situazione ha riportato alla mente l’emergenza legionella che era scoppiata a Bresso lo scorso luglio. Ci furono in quel caso 52 casi accertati e 4 decessi. Si pensa che anche per questa epidemia la causa sia legata a un batterio presente nell’acqua. A Brescia, intanto, nel pomeriggio di ieri si era tenuto un vertice tra Ats, l’agenzia lombarda di tutela della salute, e i gestori degli acquedotti nella bassa bresciana. Il personale di vigilanza del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria e del Laboratorio di Sanità Pubblica di Ats Brescia sta cercando di verificare la rete idrica dei comuni della bassa Bresciana. Nel frattempo, i sindaci hanno ricevuto una nota attraverso la quale l’agenzia regionale invita a seguire alcuni accorgimenti. In particolare è stato chiesto di “sostituire i filtri dei rubinetti o di lavarli con anticalcare, di lasciar scorrere l’acqua calda e poi la fredda prima di utilizzarla, allontanandosi dal punto di emissione dopo l’apertura dei rubinetti ed aprendo le finestre”. Non solo, è stato anche consigliato di “portare la temperatura dell’acqua calda a 70-80 °C per tre giorni consecutivi, assicurando il suo deflusso da tutti i punti di erogazione per almeno 30 minuti al giorno”.



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