Messina, truffava i genitori di una vittima della lupara bianca: “Vostro figlio è vivo”
Arrestato un uomo che per anni ha truffato i genitori di una vittima della lupara bianca, facendogli credere che il figlio era ancora vivo e aveva bisogno di denaro
Messina, crudele inganno ai genitori di un ragazzo vittima di lupara bianca. Stando alle ultime notizie, il giovane era scomparso nel 1993. Ora i carabinieri hanno arrestato l’uomo che, per vari anni, ha fatto credere alla coppia di anziani che il ragazzo fosse malato, in fuga dalla mafia. Con queste motivazioni, hanno estorto ai due genitori più di 200 mila euro. Un inganno crudele ai danni della povera coppia che credeva ancora che il loro figlio, scomparso quando aveva solo 20 anni, fosse ancora vivo e avesse bisogno di loro.
MESSINA INGANNO AI DANNI DEI GENITORI DI UNA VITTIMA DI LUPARA BIANCA ULTIME NOTIZIE: ARRESTATO UN UOMO CHE HA FATTO CREDERE ALLA COPPIA CHE IL FIGLIO ERA VIVO
Messina, arrestato un uomo che per anni aveva fatto credere a due genitori che il loro figlio fosse vivo. Ebbene per anni, l’accusato sarebbero riuscito ad estorcere alla coppia di anziani più di 200mila euro. Domenico Pelleriti, così si chiamava il ragazzo scomparso a 20 anni nel 1993. Era un ladro di auto e viveva a Montalbano Elicona, un piccolo centro di Messina. Stiamo parlando di una delle tante vittime della cosiddetta “lupara bianca” della mafia di Barcellona Pozzo di Gotto. Questo è ciò che hanno rivelato alcuni collaboratori di giustizia, rivelando di aver commesso tale delitto su ordine dei boss, proprio per punire uno sgarro. Il corpo di Domenico non è mai stato trovato e i genitori, per ben 25 anni, hanno creduto fosse ancora vivo. Due braccianti agricoli, che purtroppo sono vittime di un inganno crudele, durato 15 anni. L’accusato, Francesco Simone di 44 anni, aveva fatto credere alla coppia di anziani che il figlio si trovava nel nord Italia nascosto e aveva bisogno di curarsi da una grave malattia.
Francesco Simone, operaio di Messina, è riuscito con questo inganno a ridurre sul lastrico i genitori del ladro ucciso nel 1993. Le ultime notizie rivelano che l’ideatore dell’inganno non è altro che il fratello di colei che, nel 1993, era fidanzata con Pelliriti. Questa mattina è stato arrestato dai carabinieri del Comando provinciale di Messina. L’accusa nei suoi confronti è di truffa aggravata. A mettere fine al suo inganno ci ha pensato la sua ex fidanzata, la quale è corsa a denunciare ai carabinieri quanto stava accadendo. Simone era arrivato anche al punto di camuffare la sua voce al telefono, fingendo di essere Domenico. La coppia di anziani si è ritrovata a vendere la propria casa e altri oggetti di valore. Ma da tempo non riusciva a mantenere le continue richieste di denaro da parte dell’accusato. Recentemente l’inchiesta Gotha VI dei carabinieri aveva rivelato la tragica fine di Pelleriti: quest’ultimo era stato attirato attraverso un tranello, dopo aver preso parte ad un furto ai danni di un negoziante che pagava il pizzo. Proprio per tale motivo, la mafia ha ucciso il giovane nel 1993. Pelleriti venne addirittura torturato per fargli confessare il furto. Dopo di che, venne ucciso con due colpi di pistola alla testa. Nonostante siano usciti fuori tutti questi dettagli, il suo corpo non è mai stato trovato.