Bagheria, arrestati i nipoti del capomafia: accusa di estorsioni e armi
Arrestate sei persone a Bagheria, nipoti del capomafia, con l'accusa di estorsione e detenzioni di armi, pronte per essere utilizzate
Arresti a Bagheria per pizzo e armi. Sei persone sono finite in manette. Stiamo parlando dei nipoti del capomafia Giuseppe Scaduto. Stando alle ultime notizie il punto di riferimento per il mandamento mafioso era Paolo Liga, il quale è stato raggiunto, insieme ad altre cinque persone, da un provvedimento di fermo da parte della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Estorsioni e armi sono i protagonisti di questo arresto.
SEI ARRESTI A BAGHERIA ULTIME NOTIZIE: ARRESTATI NIPOTI DEL CAPOMAFIA PER ESTORSIONI E ARMI
Sei arresti a Bagheria, riguardanti estorsioni e armi. A finire in manette è toccato a Paolo Liga, punto di riferimento del mandamento mafioso, e ad altre cinque persone. Secondo quanto rivelano le ultime notizie, Liga stava seguendo le orme dello zio, capomafia, Giuseppe Scaduto. I sei sono stati raggiunti da un provvedimento di fermo da parte della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. L’uomo teneva con sé e gestiva l’arsenale del clan, insieme all’altro arrestato, Salvatore Farina. Stiamo parlando di fucili, pistole e mitragliette con matricola abrasa, sicuramente pronte per essere utilizzate. Ma non solo: Liga aveva anche il compito di gestire i vari contatti con i boss di Palermo e Trani, dove ancora resta latitante Matteo Messina Denaro. Non mancano le estorsioni nell’accusa nei confronti dei sei arrestati. L’uomo portava avanti il lavoro dei fratelli Claudio e Riccardo De Lisi. Pertanto, pare siano stati identificati i responsabili dell’estorsione iniziata nel lontano aprile 2014, proseguita per ben due anni contro il titolare di una società di sicurezza che gestisce i locali notturni della zona. Avevano il compito di portare avanti l’estorsione Giuseppe Sanzone e la sorella di Liga, Rosaria Maria. Quest’ultima gestiva i soldi raccolti con il pizzo, i quali venivano utilizzati per mantenere la latitanza del fratello, il quale fu arrestato nel febbraio del 2016. Inoltre, Liga e De Lisi avevano anche estorto una macchina a un finanziario di Bagheria, il quale aveva un debito da 50 mila euro da saldare alla mafia.
L’ARRESTO DI GIUSEPPE SCADUTO E LE PAROLE DEL COMANDANTE DEI CARABINIERI DI PALERMO
Dopo l’arresto di Giuseppe Scaduto, avvenuto lo scorso 30 ottobre, l’Arma dei Carabinieri ha condotto un’attività riguardante il mandamento di Bagheria, che ha portato all’arresto ben sei persone. Scaduto aveva tentato di riorganizzare la commissione provinciale di cosa nostra. A rivelarlo è stato il comandante provinciale dei carabinieri di Palermo, il quale ha anche fatto qualche rivelazione sui sei arresti di Bagheria avvenuti in questi giorni. Antonio Di Stasio ha, dunque, dichiarato: “Oggi viene colpito quello che possiamo definire il processo di sostituzione di capi o affiliati storici con nuove generazioni di criminali, figli di capi appartenenti a famiglie influenti di cosa nostra”. Secondo il comandante dei carabinieri “la pratica dell’estorsione continua a caratterizzare l’attività di cosa nostra palermitana”.