Brescia, rubate a Tignale le reliquie di Giovanni Paolo II e di Popieluszko
A Brescia, rubate le reliquie di Giovanni Paolo II e di Popieluszko. Le ultime notizie sulla richiesta del parroco di Tignale, Don Giuseppe Mattanza
Rubate, da un gruppo di finti turisti, le reliquie di San Giovanni Paolo II e di Popieluszko a Tignale, in provincia di Brescia. Questa comitiva avrebbe agito durante l’orario di chiusura. L’allarme, però, sarebbe scattato solo il giorno dopo. Le reliquie sarebbero state rubate all’interno del Santuario Montecastello, che si trova sulla sponda bresciana del Lago di Garda. Stando alle ultime notizie, i ladri avrebbero agito furtivamente all’interno del Santuario, in particolare si sarebbero aggirati intorno all’altare maggiore. Il custode è riuscito a dare l’allarme il giorno successivo.
RUBATE LE RELIQUIE DI SAN GIOVANNI PAOLO II E DI JERZY POPIELUSZKO ULTIME NOTIZIE: LA RICHIESTA DEL PARROCO DI TIGNALE
Brutte notizie arrivano da Brescia. Le reliquie con il sangue di San Giovanni Paolo II e i frammenti ossei del beato Jerzy Popieluszko sarebbero stati rubati all’interno del Santuario Montecastello, a Tignale. Le reliquie si trovavano sull’altare maggiore del Santuario. Il tutto sarebbe avvenuto durante l’orario di chiusura del monastero. Sappiamo che Giovanni Paolo II morì il 2 aprile del 2005, mentre il presbitero Popieluszko fu ucciso nel 1984 dai funzionari del ministero dell’Interno della Polonia. Le reliquie si trovavano, precisamente, nella Casa Santa, appena dietro l’altare maggiore nel monastero. Secondo quanto dichiara il giornale “Bresciaoggi”, il quale ha informato tutti circa il furto avvenuto a Tignale, a dare la notizia sarebbe stato il parroco del paese, ovvero Giuseppe Mattanza, attivo nel monastero da ben undici anni. Le reliquie erano state rilasciate al Santuario nell’anno 2014. Il cardinale Cracovia Stanislao Dziwisz aveva deciso di fare questo dono in concomitanza del pellegrinaggio parrocchiale. Stando alle ultime notizie, il gruppo di ladri avrebbe rubato anche due pissidi e sei calici. E’ la prima volta che all’interno di tale monastero si registra un fatto del genere. Pertanto, per ora, si pensa ad un “furto su commissione”. Don Giuseppe Mattanza ha dichiarato che, attualmente, non è stato escluso “qualche aggancio con la realtà locale”. Il parroco, inoltre, consiglia i ladri a restituire, anche in forma anonima, ciò che è stato rubato. In particolare, il prete ci terrebbe a riavere almeno le reliquie. Don Giuseppe ammette che è impossibile trovare degli acquirenti per questo tipo di oggetti. Infatti, le reliquie sono state registrate, autenticate e catalogate. Infine, il parroco si augura di recuperare il tutto in poco tempo “come è accaduto con la reliquia di San Giovanni Bosco pochi mesi fa.”