Dopo l’omicidio di Noemi la guerra dei genitori continua in tv
Dopo l'omicidio di Noemi Durini la guerra dei genitori continua in tv. Da Rai a Mediaset è una guerra senza esclusione di colpi
Il sipario forse dovrebbe calare. La mamma di Noemi ha detto di non volere la banda al funerale di sua figlia, non vuole clamore, vuole dire addio in silenzio alla sua piccola. Ma di silenzio in questa storia ce n’è ben poco. Noemi Durini è stata uccisa, il suo fidanzato Lucio è accusato di questo omicidio dopo la sua confessione ma si attendono i risultati dell’autopsia e altri esami in queste indagini per capire se davvero le cose sono andate come il giovano ha raccontato. Il silenzio assordante che ha preceduto il ritrovamento di Noemi viene rotto ripetutamente da quello che sta accadendo in queste ore in tv. E’ una guerra senza esclusioni di colpi, una guerra in cui tutti accusano tutti. Tutto è iniziato da Chi l’ha visto: il padre e la madre di Lucio puntano il dito contro Noemi e raccontano la loro versione dei fatti descrivendo la ragazzina come una poco di buono. Poi la confessione di Lucio che cambia le cose. Oggi il padre di Noemi davanti casa dei genitori del ragazzo: prende a calci il cancello, arrivano i Carabinieri ma lui parla con i giornalisti e racconta: “Io li accoglievo in casa quando suo padre lo cacciava, che cosa dovevo fare? Li prendevo a casa mia con la speranza che non facessero poi nulla di male.” Il padre di Noemi è convinto che non sia stato Lucio a uccidere sua figlia, punta il dito contro il padre del ragazzino.
A CHI L’HA VISTO LA PRIMA INTERVISTA DEI GENITORI DI LUCIO
Non finisce qui: mentre in tv vanno in onda le immagini di un padre che prende a calci un cancello sotto il sole del Salento, su un altro canale vediamo l’intervista della madre di Lucio che rilascia altre dichiarazioni.
“Ma voi lo sapete chi era Noemi? Io lo so chi era e non solo perchè ascoltavo quello che si diceva di lei…Io l’ho vista con i miei occhi. Lo sapete che è stata espulsa perchè ha picchiato una ragazzina da scuola? Lo sapete che ha cambiato scuola solo per andare a scuola di mio figlio. E poi i professori mi chiamavano e mi dicevano che stavano sempre in corridoio a baciarsi. Io non la volevo…E poi lo sapete si, il padre, un altro pericolo, gli faceva fare quello che volevano. E lei aveva raccolto i soldi per comprare una pistola, voleva uccidere me, mio marito e mia figlia di 12 anni.”
E il padre di Noemi continua:
“Io sono qui oggi perchè loro la stanno diffamando. Stanno dicendo cose non vere. Lucio pensa che tra qualche mese esce perchè lui è malato, perchè prende psicofarmaci e sta difendendo suo padre. Ma io so quello che devo fare.”
Sarà un tribunale a dare il nome al colpevole. Ci sarà giustizia. C’è sicuramente dolore che però non deve trasformarsi in sciacallaggio. Tutto sembra già essere “troppo”. Le parole, chi le ha, dovrebbe conservarle per le aule di tribunale, quando non ci saranno giornalisti con i microfoni in mano. Quando la guerra sarà finita. Quando si giurerà di dire la verità e quando le telecamere, probabilmente, resteranno fuori dalle aule.