Le intercettazioni choc tra l’infermiera di Saronno e il figlio di 11 anni: progettano insieme omicidi
Le intercettazioni choc tra l'infermiera di Saronno e il figlio di 11 anni: progettano insieme omicidi. Frasi davvero raccapriccianti tra i due
Fanno venire davvero i brividi le ultime intercettazioni pubblicate da tutti i giornali italiani che raccontano di alcune conversazioni tra l’infermiera di Saronno e sua figlio di 11 anni. La donna, che avrebbe ucciso insieme al dottor Cazzaniga suo marito, e si pensa anche altre persone, parla in queste intercettazioni, con un bambino di 11 anni, suo figlio. La conversazione sembra essere presa da un telefilm, ma invece rispecchia quello che i due realmente si dicevamo. Laura Taroni parla con suo figlio di 11 anni, oggi affidato a una comunità di quello che dal suo punto di vista è l’omicidio perfetto. I due, tra una risata e l’altra, pensano a come per esempio, potrebbero uccidere la nonna o la zia. Parlano della cremazione, della simulazione di un furto, dei freni della macchina manomessi. E poi ancora si chiedono se davvero è possibile fare un omicidio perfetto anche quando non hai la possibilità di fingere una malattia, o di cremare un corpo prima che i si possano fare le analisi sui resti. Dalla conversazione tra i due emergono frasi come “non abbiamo più neppure i maiali”, “l’umido passa solo una volta a settimana, cosa fai nel frattempo, congeli tutto”. Frasi che fanno accapponare la pelle, in primo luogo perchè si tratta di una conversazione tra una madre e un figlio, che se anche si volesse pensare che si stesse solo facendo conversazione, è davvero particolare che con un bambino di 11 anni si usino termini di questo tipo. I due parlano di come sia particolare uccidere, delle loro lunghezze d’onda diverse…
Una storia davvero raccapricciante, ma ricca di intercettazioni telefoniche e ambientali, frutto di indagini lunghe diversi mesi. E se in casa la donna parlava con suo figlio della possibilità di uccidere altre persone, in privato con il suo amante diceva che per lui avrebbe anche sacrificato i suoi figli.
Il 30 giugno del 2013 era morto il papà, Massimo Guerra, un agricoltore che gestiva una fiorente fattoria di famiglia a Lomazzo. Secondo gli inquirenti, e da quello che si evince anche dalle intercettazioni, Massimo sarebbe stato ucciso da sua moglie. Lei e il suo amante avrebbero fatto credere all’uomo di avere il diabete. Il Guerra quindi avrebbe assunto dei farmaci per curare qualcosa che non aveva, farmaci che lo avrebbero poi portato alla morte.
Probabilmente si indagherà anche su altre morti in famiglia: negli ultimi mesi infatti sono venuti a mancare la nonna materna, il nonno paterno e un anziano zio caduto accidentalmente in una vasca di liquami della loro azienda agricola di Lomazzo.