Attualità Italiana

I nomi, i volti e le storie di chi era sui treni nell’incidente in Puglia: l’ultimo straziante addio

Sono 23 le vittime del drammatico incidente in Puglia: arrivano i primi nomi con le storie delle persone che hanno perso la vita in questo tragico scontro tra treni

Sono 23 le vittime del tragico incidente tra treni in Puglia, nel tratto tra Andria e Corato. 23 persone che quel giorno non hanno fatto ritorno a casa, che resteranno nel cuore dei loro cari per sempre ma che non potranno realizzare quello che ancora sognavano. Le storie raccontano vite diverse: dal ragazzo che tornava dall’università, alla ragazza che avrebbe dovuto sposarsi a settembre, una mamma con una bambina piccola a casa ad aspettarla, la nonna del piccolo Samuele che lo ha difeso fino all’ultimo istante. E ancora il nonno sceso dal nord in Puglia per vedere i suoi nipotini, il vie questore che tornava a lavoro dopo le ferie. Sono le storie delle gente comune, di persone qualunque che pagano solo per una cosa, per il destino amaro che la vita ha scelto per loro. La vita o forse chi ha sbagliato, chi ha permesso che tutto questo potesse accadere. Sono 23 le vittime, al momento pare che solo una non sia ancora stata identificata.

I nomi delle vittime del drammatico incidente in Puglia- Tra le persone rimaste coinvolte in questo scontro tra treni c’era Jolanda Inchingolo la ragazza che doveva sposarsi a settembre. In stazione ad attenderla c’era il suo fidanzato che però non la potrà più abbracciare. Distrutto dal dolore spera ancora di poter sentire la voce della donna che amava. Antonio Summo, il ragazzo di 15 anni andato a scuola per quel corso di riparazione. Non stava bene la mattina, il suo papà gli aveva detto di fermarsi a casa ma lui ha deciso di andare lo stesso a scuola. Fulvio Schinzari, 59 anni, residente ad Andria e vice questore a Bari, era appena rientrato dalle ferie. Era sul convoglio proprio per recarsi al lavoro. Tra le immagini che più ricorderemo degli attimi successivi alla tragedia, le parole di una donna dai capelli rossi che in lacrime cercava il suo papà e ai giornalisti diceva di voler credere che fosse ancora vivo. Il suo papà, Enrico Castellano, arrivato da Torino per abbracciare e coccolare i suoi nipotini invece non ce l’ha fatta. Gabriele Zingaro, 23 anni, metalmeccanico di Andria. Aveva da poco trovato un posto in una fabbrica di Modugno e stava rientrando da Bari dove era andato per fare il controllo ad un dito che si era infortunato sul lavoro. Francesco Tedone giovanissimo. Stava tornando a casa dopo essere andato a trovare un’amica. È è morto nel violento impatto. Patty Carnimeo, 30 anni, lascia una bambina di due anni e mezzo. Faceva l’estetista e tutti i giorni, con quel treno, andava a lavorare a Bari la città dove era nata. La bimba di Patty non sa ancora che la sua mamma è morta, nessuno ha trovato il coraggio di dirle quello che è accaduto. Alessandra Bianchino aveva solo 29 anni. 

E poi c’è la signora Donata, che ha salvato la vita al suo piccolo Samuele, il bambino simbolo di questo dramma. Salvato dai vigili del fuoco, estratto vivo dalle lamiere, ce l’ha fatta. Non dimenticherà ma potrà andare avanti. E poi ci sono i macchinisti, quelli del treno 1016, Pasquale Abbasciano, e il capotreno dello stesso convoglio, Albino De Nicolo, e il macchinista dell’altro treno, il 1021, Luciano Caterino. Il ferito è invece il capotreno del 1021, Nicola Lorizzo.  Salvatore Di Costanzo, 56 anni, del quartiere Colognola di Bergamo. Di Costanzo, di professione agente di commercio, era noto nella Bergamasca per essere allenatore del calcio provinciale. Maria Aloisi, 49 anni, lascia due bambini che non la vedranno tornare a casa. Maurizio Pisani era arrivato da Milano epr passare del tempo con la sua famiglia in vacanza e stava per rientrare. E ancora Giulia Favala, insegnante di lingua. Michele Corsini, 61 anni. Morti anche due fratelli, Giuseppe e Serafina Acquaviva che si trovavano entrambi sul treno. Benedetta Merra stava andando in ospedale per dei controlli. Rossella Bruni aveva solo 22 anni.

E poi c’è anche chi su quel treno non c’era ma ha perso la vita senza neppure rendersene conto. Il contadino che era nei campi, tra i suoi ulivi. Colpito dalle lamiere dei due treni impazziti, ha perso la vita.

Sono queste le storie di chi non ce l’ha fatta, di chi quel giorno ha perso la vita senza un perchè.

( le informazioni su nomi delle vittime ed età al momento potrebbero essere imprecise)



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