Miss svedese schiava in Italia per sei mesi: violentata e segregata
Incubo italiano per una modella svedese: sequestrata per mesi e violentata. Il suo aguzzino aveva già compiuto reati simili. Ecco le ultime notizie
E’ una storia inquietante da cui l’Italia non esce di certo bene: la miss svedese nella foto è stata sequestrata e violentata per sei mesi da un quarantenne di Cinisello Balsamo (Milano). Si era trasferita nel nostro Paese in cerca di fortuna e invece è stata letteralmente ridotta in schiavitù. I dettagli di questa storia sono veramente agghiaccianti: l’uomo la costringeva di tanto in tanto a fare telefonate alla famiglia per confermare che stava bene e che non avevano nulla di cui preoccuparsi. In questo modo nessuno poteva sospettare dell’incubo che la 23enne stava vivendo.
MISS SCOMPARSA, FERMATO IL COGNATO
Una mente diabolica non nuova a questo tipo di reati. Forse la cosa che fa più rabbia in questa storia infatti è che il violentatore era uscito di galera nel 2013 dopo una condanna per un episodio identico: stupro e sequestro di una 25enne originaria della Bielorussia. Le dinamiche con cui approcciava le sue future vittime erano sempre le stesse: si fingeva agente di moda e le trattava con gentilezza promettendo loro possibilità di carriera prima di iniziare a corteggiarle. Appena iniziava la convivenza però il romanticismo lasciava spazio alla violenza. A salvare la modella svedese questa volta è stata la testimonianza dei vicini di casa che hanno sentito delle grida sospette provenire dall’appartamento. Hanno quindi deciso di allertare i carabinieri di Sesto San Giovanni che sono prontamente intervenuti sul posto. Quando hanno fatto irruzione nella casa degli orrori la giovane era chiaramente sotto shock ed appariva denutrita. Per ore non è riuscita a parlare poi ha iniziato a raccontare il suo calvario. Per fortuna ora questo terribile incubo, iniziato a settembre scorso, è finito per lei anche se sarà difficile dimenticare quello che ha passato. Possiamo solo sperare che il suo violentatore non sia lasciato di nuovo libero di rovinare la vita di altre giovani ragazze straniere.