Una storia di abusi dietro l’omicidio suicidio di Udine
Ha il sapore della vendetta l’omicidio suicidio avvenuto ad Udine: uccide il finanziere che lo aveva denunciato per abusi sul figlio
Per trovare una spiegazione e un movente alla storia tragica dell’omicidio suicidio che giovedì ha sconvolto Carlino, in provincia di Udine occorre tornare indietro nel tempo di qualche anno. Tutto inizia esattamente otto anni fa quando il finanziere ucciso, Franco Pavan, sporse denuncia contro il suo futuro assassino, Angelo Brochetta, per abusi sessuali compiuti sul figlio. I due ai tempi si conoscevano. La denuncia era costata a Brochetta una condanna a 7 anni di reclusione: così avevano deciso sul caso i giudici con sentenza di secondo grado lo scorso maggio. Ma la vendetta ha avuto modo di proseguire anche fuori dalle aule dei tribunali fino a questo tragico epilogo.
Giovedì scorso il gioielliere si è recato a casa del finanziere verso le 8 del mattino, guidando una vettura presa a noleggio. Ha bussato alla porta e ha minacciato la convivente dell’uomo che stava uscendo per portare il figlio di sette anni, a scuola puntandole contro l’arma, una calibro 9 che deteneva regolarmente. Poi ha fatto irruzione al piano di sopra e ha sparato diversi colpi di pistola contro il suo bersaglio. Dopo l’omicidio è sceso di nuovo al pian terreno e si è suicidato sul pianerottolo del retro ingresso della villetta. Una vendetta studiata: nella macchina noleggiata i carabinieri hanno trovato anche un’accetta, del diluente e alcuni pezzi di stoffa. Resta da chiarire quale fosse il suo piano originario e a che cosa servissero questi strumenti. I colleghi del finanziere ucciso si stringono al dolore della famiglia della vittima ricordandolo come “
“un militare e un uomo del tutto mirabile”. Tra la gente del posto resta l’amarezza per una morte ingiusta e che, forse, poteva essere evitata. Quest’uomo aveva avuto il coraggio di denunciare ed è stato lasciato solo, a disposizione del suo assassino e del suo folle piano di vendetta.
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