Il primo maggio la festa del lavoro, quello che in Italia non c’è
Il primo maggio la festa dei lavoratori in un paese come l'Italia in cui il lavoro non c'è
Abbiamo detto Italia ma in realtà il problema del lavoro è mondiale. In Italia però festeggiamo il primo maggio, la festa dei lavoratori ma forse di questi tempi potrebbe essere la festa di chi un lavoro lo vorrebbe ma non ce l’ha. La festa di chi passa più di 15 anni della sua vita sui banchi di scuola ma che poi deve accontentarsi di quello che trova. La festa di chi vorrebbe anche accontentarsi di quello che trova ma non ha neppure questo privilegio. La festa di chi cancella le due lauree dal curriculum perchè non vanno bene se devi fare il commesso. Questa è la festa dei bamboccioni, si ci sono, sono i figli dei genitori che spendono soldi per i loro studi, pagano le vacanze all’estero e poi li vedono marcire in una camera da letto davanti a un pc. I bamboccioni, gli altri, sono invece quelli che fanno due lavori per pagarsi l’università e i libri dei professori rigorosamente originali perchè altrimenti all’esame sarai bocciato.
Questa è la festa dei giovani che per studiare in una università prestigiosa spendono 400 euro per una camera, spesso una topaia e alla domanda “ma il contratto di casa me lo farete” si sentono anche dire “a sto prezzo”? Questa è la festa di chi ancora da due anni attende la rata di una borsa di studio meritata grazie ai voti ma è anche la festa di chi non la prenderà perchè prima di lui ci sono i figli di papà che dichiarano zero, ma tanto in Italia chi vuoi che controlli. Questa è la festa di chi sceglie di studiare in grandi città lasciando la famiglia e cresce in poco tempo sperando che almeno alla fine di tanti sacrifici ci sarà un lavoro. E’ la festa di quei papà che per decine di anni lavorano per permettere a un figlio di studiare e che vivono in sua funzione e che dovranno continuare a farlo perchè purtroppo il lavoro promesso non ci sarà. Questa è la festa delle mamme che lavorano e che poi vanno anche a mettere una firmetta per il mutuo del figlio che vorrebbe comprarsi una casa, sapete com’è con un contratto a tempo determinato nessuno ti da nulla.
Questa è la festa di chi vorrebbe avere un lavoro e tornare stanco a casa la sera non essere stanco di mandare curricula, fare colloqui in cui la faccia di chi hai davanti è sempre la stessa. E’ anche la festa di chi ha lavorato una vita e che non sa fare altro ma che dopo 30 anni si è sentito dire che il suo tempo è finito e ha imparato un nuovo termine “esodato”. Questa è la festa di chi avrebe voluto vivere sereno dopo 40 anni di lavoro ma che non ha più diritto a una pensione dignitosa e muore in un inverno gelido perchè i soldi per pagare la bolletta del metano non ci sono.
Si festeggia il primo maggio giorno in cui i politici, come fanno sempre del resto, si riempono la bocca di parole come futuro, speranza, giovani, merito. Non sanno cosa sia il merito, la laurea se la sono comprata e se gli chiedi quanto cosa un litro di latte neppure lo sanno ( non facciamo ovviamente di tutta l’erba un fascio ma quasi). Questa è la festa dei giornalisti come me che hanno studiato per fare questo lavoro seduti a terra nell’aule di una università perchè di posti “normali” ce ne sono pochi. I giornalisti che lavorano gratis perchè nessuno li paga, che non mettono una firma, che non hanno ferie. E poi si parla di lavoro un termine che spesso si mescola con un altro, hobby.
L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, e credeteci, questa non è una barzelletta.
Amara e tristissimma verità in un pezzo senza ipocrisie da uomini liberi. Tanto di cappello