Pordenone, imprenditore suicida: non voleva licenziare i dipendenti
Un altro suicidio a causa della crisi: un imprenditore si toglie la vita a Pordenone
Erano troppi i dipendenti ai quali avrebbe rovinato la vita mandandoli a casa. Il peso di un dolore troppo grande da sopportare per l’imprenditore, di 73 anni che questa notte ha scelto la via del suicidio. L’uomo, Fermo Santarossa, si è tolto la vita gettandosi nel laghetto del grande giardino che circonda la villa di via Oderzo a Prata di Pordenone. Se n’è andato così, silenziosamente, senza lasciare alcuna traccia di sé, nessuna lettera. Da giorni l’imprenditore aveva un pensiero fisso: quello di dover licenziare centinaia di operai, uno tra i quali un anziano con cui era solito scambiare due chiacchiere tra una pausa e un’altra di lavoro. L’uomo era un imprenditore di “vecchio stampo”, uno di quelli che l’onore e il senso di umanità vengono prima di qualsiasi altra cosa. E’ stata la moglie, Graziella Bianchin, a trovare il corpo ormai senza vita. Dalle telecamere esterne è stato possibile riguardare le immagini registrate al fine di poter capire come sono andati i fatti: l’imprenditore esce di casa alle quattro di notte circa per dirigersi verso il laghetto, il luogo in cui metterà fine alla sua vita.
In poco tempo si diffonde la notizia della morte dell’imprenditore ed è un giorno di lutto per gli stabilimenti della fabbrica. La famiglia si chiude nel dolore. Da Unindustria arrivano le parole del presidente Michelangelo Agrusti: «Siamo consapevoli che la situazione dell’economia provinciale è di una gravità inaudita. È il momento di rafforzare le prospettive di rilancio e salvaguardia dei posti di lavoro».
Ancora una volta si parla di casi di suicidio per la crisi nel mondo del lavoro. Esistono persone molto sensibili che non riescono a sopportare la perdita del lavoro o, viceversa, il dover privare qualcuno del lavoro di una vita. Speriamo in un futuro più roseo.