Attualità Italiana

La piccola Sofia riprende le cure, la famiglia ha vinto la battaglia

Sofia potrà riprendere le sue cure: ricomincia la sua battaglia contro la malattia

La piccola Sofia può tornare a lottare, per lei c’è la cura, l’unica che potrebbe darle una speranza di andare avanti, di continuare a vivere; quella che nelle passate settimane è mancata a causa del no di un giudice e che l’h afatta regredire nei suoi tanti miglioramenti fatti in lunghi mesi. Sofia adesso può continuare la sua battaglia contro la malattia. Gli Spedali di Brescia hanno dato il via libera alla seconda infusione di staminali per Sofia. Per la piccola, dopo lo sto imposto da un giudice fiorentino si erano “scomodati” un pò tutti: dai vari programmi televisivi ai personaggi del mondo dello spettacolo che hanno chiesto a gran voce l’intervento del Ministro della salute. La comunicazione alla famiglia della data del ricovero è attesa entro 48 ore ma sicuramente i genitori della piccola saranno felici per questa opportunità; non chiedevano altro: quella di rivedere Sofia sorridere.

Il commento dell’avvocato della famiglia di Sofia, Giuseppe Conte: “Questo risultato costituisce l’affermazione di un principio di civiltà giuridica: il diritto di Sofia, e di chiunque si trovi nella sua stessa condizione, di proseguire nel trattamento terapeutico concordato con i responsabili sanitari e per il quale è stato prestato specifico consenso informato”.

Il commento su una pagina facebook creata proprio per Sofia di Davide Vannoni:

“La piccola Sofia ha vinto, grazie a tutti voi, la sua battaglia. Potrà riprendere le cure e affrontare un nuovo percorso di miglioramento. Certo le condizioni sono gravi e nessuno può sapere come andrà, ma si riaccende una luce di speranza. Il miracolo Sofia lo ha già fatto, grazie a questa battaglia, altre 8 persone hanno ottenuto la ripresa delle terapie. Tutte persone a cui erano state interrotte le cure e che, poichè nate in città in cui era difficile vincere il ricorso, stavano vivendo impotenti l’avanzare delle patologie.
Sofia, grazie ai suoi genitori, ha scampato un ulteriore pericolo.
Tra le vie “ufficiali” proposte dal ministero vi era quella di applicazione di una metodica che prevedeva l’immunoablazione della bambina (distruzione totale del sistema immunitario), iniezioni cerebrali di cellule neurali fetali ed immunosopressione per il resto della potenziale vita. Tecnica, per fortuna, mai ancora applicata sui bambini con leucodistrofia, ma già utilizzata, in una sua altrettanto cruenta versione, sulla SLA.”



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