Processo Scazzi, si torna in aula: tre giorni per la requisitoria
Si torna in aula a Taranto per il processo sulla morte della piccola Sarah Scazzi
“Questo è il processo per il massacro di una bambina di 15 anni“ sono queste le parole che arrivano come una freccia al cuore a chi è presente in aula questa mattina a Taranto. Si ricomincia: tre giorni di requisitoria per il Processo di primo grado sull’omicidio della piccola Sarah Scazzi. Sono le parole di Mariano Bucoliero il pm che apre la requisitoria e ricorda, per chi lo avesse dimenticato, che i protagonisti non sono Sabrina, sua madre o lo zio Michele con le sue mille versioni e le sue lacrime. Una bambina è stata uccisa e gettata poi in un pozzo, quella bambina era Sarah e giustizia deve essere fatta per lei.
Parole che riassumo forse quello che è il pensiero degli italiani, dei familiari di Sarah, di mamma Concetta. Un processo anche mediatico in cui troppe volte si è parlato di chi è i carcere o di chi da mesi predica la sua colpevolezza ma che non ha più un minimo di credibilità. Di Sarah invece chi parla? Del fatto che le sia stata impedito di vivere? Di un’esistenza spezzata nel fiore degli anni? Lo ricorda il pm che punta il dito contro chi ha voluto che l’attenzione si spostasse su altre cose.
“Questo non è – ha sottolineato il pm – il processo delle lacrime di Sabrina e Michele o del silenzio di Cosima, ma della morte di Sarah” parole che fanno riflettere, parole pesanti come un macigno.
Con la giornata di oggi si dò il via alla requisitoria che durerà fino al 4 marzo, sarà poi seguita da una serie di altre udienze alle quali seguirà quella della sentenza di primo grado nel mese di aprile.