Concordia, Schettino in aula per l’udienza: un naufrago gli stringe la mano
Il capitano risponde al saluto di un naufrago e spera che verrà presto fuori la verità sul naufragio della Concordia.
Per la prima volta Schettino, il comandante della Costa Concordia naufragata al largo dell’isola del Giglio la notte del 13 gennaio scorso, compare a Grosseto in Tribunale, per assistere alla maxi udienza per l’incidente probatoria sulla scatola nera della Concordia. Ricordiamo che Schettino, ultimamente, ha affermato di essere stato licenziato dalla Costa Crociere senza un vero motivo. Ma quella notte ci sono stati anche dei morti, oltre a centinaia di naufraghi, fortunatamente sopravvissuti. “Voglio essere in aula, voglio metterci la faccia”, aveva detto qualche giorno fa il comandante della nave, e così oggi si è presentato all’udienza. Vediamo com’è andata. L’udienza è iniziata con l’illustrazione della maxi perizia da parte del collegio dei periti, tra cui ha iniziato a parlare l’ammiraglio Cavo Dragone. Francesco Schettino ha fatto chiedere tramite il suo legale di estendere l’incidente probatorio sulla nave Costa Concordia al timoniere che, secondo la maxiperizia, non comprese un suo ordine di virata mentre veniva eseguito l’inchino davanti all’Isola del Giglio. Il timoniere in questione è un indonesiano, ed è il decimo indagato dell’inchiesta, ma la sua posizione si è chiarita dopo l’avvio dell’incidente probatorio nei mesi scorsi. Nel frattempo per la prima volta Schettino si è trovato faccia a faccia con una vittima del naufragio, fortunatamente sopravvissuta. Si è alzato e ha stretto la mano al passeggero della Concordia. L’uomo ha detto a Schettino: “Speriamo che la verità sia accertata presto”, e il comandante ha risposto: ”Sì, la verità deve essere appurata”.
L’esito dell’incidente probatorio, che potrebbe durare fino a sei giorni, servirà a dare un nuovo impulso all’inchiesta, anche l’intenzione della Procura è quella quella di chiudere tutto entro fine anno. Nel corso delle udienze si dovranno esaminare sia le posizioni del comandante Schettino che quelle dei suoi ufficiali, ma anche quelle dell’unita’ di crisi della Costa, per appurare i rispettivi comportamenti tenuti prima, durante e dopo il naufragio e per verificare se l’allarme sia stato dato nei tempi dovuti.