Attualità Italiana

Bimbo conteso a Padova, ispettrice di polizia minacciata di morte

L'ispettrice di polizia che ha detto "Lei non è nessuno" alla zia del bambino prelevato a Padova teme per la sua incolumità e per quella dei suoi figli.

Torniamo a parlare del caso del bimbo di Padova prelevato con forza dalla polizia, all’uscita della sua scuola. Come abbiamo avuto modo di vedere nel video girato dalla zia del bambino, insieme agli agenti che portavano via il bimbo da scuola, c’era un’ispettrice di polizia. Quando la zia del bimbo ha chiesto informazioni a quest’ultima, si è sentita rispondere: “Non sono tenuta a dirle niente. Io sono un’ispettore di polizia, lei non è nessuno”, una frase che indignato tutti i cittadini italiani. E adesso l’ispettrice di polizia sta pagando proprio per quella frase fuoriluogo: le sono stati rivolti infatti insulti e minacce di morte attraverso siti web e con chiamate anonime al 113. Lo ha fatto sapere l’Ansa da fonti qualificate. La poliziotta, da quello che si apprende, ha scelto di restare comunque al lavoro ma teme per l’incolumità dei suoi bambini.Secondo le ultime notizie l’ispettrice ha deciso assieme al marito, anch’egli poliziotto, di tenere i figli a casa, lontani da scuola per qualche giorno. La decisione è stata presa anche per via del clima percepito nella scuola dei figli, dove insegnanti e genitori conoscono il mestiere che svolge. Secondo quanto si apprende, il video girato dalla Polizia sul blitz di Cittadella illustrerebbe inoltre in modo diverso e completo le circostanze del crudo scambio verbale tra la donna e la zia del bambino prelevato a scuola. Ed in particolare la frase che ha scatenato l’ira degli italiani, «…lei non è nessuno», sarebbe stata strumentalizzata dalla zia. Da quello che si apprende dal video della Polizia la frase sarebbe solo la conclusione di una frase di senso compiuto più ampia, con cui l’agente rispondeva alla richiesta dei presenti alla scena di mostrare l’atto di respingimento della sospensiva al giudizio di annullamento della patria potestà per la madre del piccolo. Un documento che le forze dell’ordine non avrebbero comunque potuto esibire, se non ai genitori del bambino.



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