Attualità Italiana

Monti presenta i tagli alla politica: ecco le novità

Finalmente arrivano anche i tagli alla politica: ridotti compensi, poltrone e aumentati i controlli. Ecco le novità.

Si è parlato a lungo, negli ultimi mesi, di bilancio e spending review, ovvero revisione delle spese per tagliare gli sprechi. Ed oggi finalmente i tagli alla politica arrivano: li ha illustrati ieri il primo ministro Mario Monti. Vediamo insieme di cosa si tratta. Iniziamo dal taglio ai compensi dei consiglieri e degli assessori, che da ora in poi verranno regolati in modo che non eccedano il livello di retribuzione riconosciuto dalla Regione più virtuosa. Nessuno potrà sfuggire al decreto: per le Regioni che non introdurranno il sistema di controllo di spesa infatti, è prevista una sanzione, un taglio fino all’80% dei trasferimenti dello Stato, eccetto che su sanità e trasporto. Passiamo poi ad analizzare un tema altrettanto importante quanto attuale: il taglio ai vitalizi.

Monti non ha perso occasione per fare riferimento al caso della Regione Lazio per annunciare che il diritto al vitalizio scatterà dopo il compimento dei 66 anni. Il decreto legge varato ieri dal Governo conferma in fatti l’eliminazione dei vitalizi e l’applicazione del metodo contributivo per il calcolo della pensione. La norma ovviamente si riversa anche e soprattutto con colui che potremmo definire l’uomo al centro del ciclone (e degli scandali) in questo momento: l’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, Franco Fiorito, che altrimenti avrebbe preso la pensione a cinquant’anni. Dunque niente pensione per lui.

Ma Monti non taglia solo i compensi: ad essere ridotti sono stati anche i posti: con il nuovo decreto viene tagliato il numero di consiglieri e assessori applicando il decreto anticrisi 138 del 2011. La riduzione dovrà essere realizzata entro 6 mesi dall’entrata in vigore del decreto di legge.

Le novità riguardano anche i controlli, sempre più rigidi: sindaci e presidenti di Provincia dovranno trasmettere ogni tre mesi, alla sezione regionale della Corte dei conti, un “referto sulla regolarità della gestione e sull’efficacia e sull’adeguatezza del sistema dei controlli interni adottato, sulla base delle Linee guida deliberate dalla Sezione delle autonomie della Corte dei conti”.

Un’altra novità riguarda il fatto che il decreto prevede che sindaci e presidenti di Provincia che hanno contribuito al dissesto “non sono candidabili per 10 anni” a numerose cariche tra cui quelle nelle giunte e nei consigli e nel Parlamento. In arrivo anche pesanti sanzioni. Come è scritto nel testo del decreto legge: “Gli amministratori che la Corte dei Conti ha riconosciuto, anche in primo grado, responsabili di aver contribuito con condotte, dolose o gravemente colpose, sia omissive che commissive, al verificarsi del dissesto finanziario non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati. I sindaci e i presidenti di provincia ritenuti responsabili ai sensi del periodo precedente, inoltre, non sono candidabili, per un periodo di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di provincia, di presidente di Giunta regionale, nonchè di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento europeo. Non possono altresì – prosegue il decreto legge – ricoprire per un periodo di tempo di dieci anni la carica di assessore comunale, provinciale o regionale nè alcuna carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici. Ai medesimi soggetti, ove riconosciuti responsabili, le sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei conti irrogano una sanzione pecuniaria pari ad un minimo di cinque e fino ad un massimo di venti volte la retribuzione dovuta al momento di commissione della violazione”.



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