Attualità Italiana

Terremoto in Emilia: aumenta l’uso di psicofarmaci

Il terremoto e i suoi effetti devastanti: aumenta il consumo degli psicofarmaci tra chi ha perso case, lavoro e tutte le certezze che aveva.

Le conseguenze di un terremoto, sulle vite umane, sono sempre disastrose. E non parliamo solo delle perdite “materiali”, ovviamente anch’esse importanti. Accanto ad una casa ridotta in macerie, un’auto accartocciata su se stessa, il terremoto porta via anche un po’ di vita. Porta via i ricordi, spazza via le certezze, lascia nel cuore dolore e sempre tanta paura. E così c’è un collegamento drammatico, tra terremoto e vite umane: nell’Emilia colpita dal terremoto è aumentato del 30% l’utilizzo di psicofarmaci, in soli 4 mesi, da maggio ad oggi. Un dato che fa riflettere, perché molte persone in un attimo hanno perso tutto: hanno perso un lavoro, alcuni hanno perso un familiare, molti hanno perso case, macchine, certezze. Nunzio Borelli, responsabile della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) per il distretto di Mirandola, ha messo in evidenza il dato, in occasione del congresso della Federazione in corso a Villasimius. Ecco le ultime notizie.

Borelli ha dichiarato: ”In questi ultimi 4 mesi abbiamo registrato un preoccupante aumento di circa il 30% per il consumo di psicofarmaci nella popolazione a causa del trauma subito. Inoltre, abbiamo anche rilevato un aumento del 15% delle demenze tra gli anziani e, in generale, un aumento delle sindromi depressive”. E il perché non è difficile da intuire, come spiega il medico: “molta gente non ha più lavoro, e in una regione che fa il 20% del Pil italiano è difficile oggi affrontare una situazione che vede oltre 17 mila persone in cassa integrazione”.

Anche per i medici la situazione è ancora difficile: sei su dieci non sono ancora rientrati negli studi: ”Ad oggi – spiega Borelli – il 60% dei medici di famiglia dei comuni colpiti sono ancora nei container. La situazione è drammatica: non sappiamo infatti quando potremo rientrare nei nostri studi e ambulatori. Gli studi non sono a tutt’oggi agibili, ma attengono alla classe E, per la quale non si è ancora deciso cosa fare. Il risultato è che a 4 mesi dal sisma circa 60 mila persone sono costrette a farsi visitare in caso di bisogno all’interno di un container”. E gli ospedali? Borelli spiega: ”Considerando gli ospedali di Mirandola, Carpi, Finale Emilia ed il Policlinico di Modena, complessivamente sono stati persi 700 posti letto a seguito della inagibilità dei reparti a causa del sisma. Tra i reparti più colpiti, anche quelli di cardiologia e ostetricia, e i pazienti sono dirottati verso altri comuni”. Per non parlare della situazione dei più anziani: ”ancora 500 anziani vivono fuori dalle proprie case, accolti in alberghi. Di questi, 111 erano precedentemente ospitati in strutture di ricovero”.

 



Seguici

Seguici su

Google News Logo


Ricevi le nostre notizie da Google News

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.