Acquedotto sequestrato in Calabria: l’acqua non era potabile
In Calabria sequestrato l'acquedotto Alaco per carenze igienico sanitarie. Emessi 26 avvisi di garanzia nei confronti di chi ha permesso che venisse distribuita l'acqua per uso umano
La notizia di un acquedotto posto sotto sequestro allarma un po’ tutti, nelle nostre case dovremmo avere la certezza che aprendo la fontana l’acqua è potabile. Così non era in Calabria, per esatezza nelle province di Catanzaro e Vibo Valentia dove i Carabinieri del Nas di Catanzaro hanno sequestrato l’invaso artificiale Alaco con il relativo impianto di potabilizzazione.
L’accusa rivolta alle tante persone indagate è grave, hanno consentito che la distribuzione di acqua per uso umano avvenisse ugualmente nonostante non fosse conforme ai requisiti di potabilità. Hanno ricevuto l’avviso di garanzia ben 26 persone coinvolte a vario titolo, si tratta di dirigenti e tecnici della società di gestione del servizio idrico, di responsabili di Aziende Sanitarie Provinciali, e ancora di dirigenti regionali e dell’Arpacal e infine di alcuni sindaci di comuni interessati al funzionamento dell’acquedotto sequestrato.
Sequestrati anche 57 apparati idrici appartenenti allo schema dell’Alaco. Le motivazioni che hanno portato a tale provvedimento, emesso dalla Procura di Vibo Valentia, riguardano carenze igienico sanitarie. Una vergogna a danno della salute dei cittadini che pagano le tasse per un servizio inesistente, per una tutela che chissà da quanto tempo non interessava nel modo giusto chi doveva occuparsene con scrupolo continuo. Le indagini in corso porteranno a galla responsabilità e molto altro.