Attualità Italiana

Protesi seno Pip: cresce allarme in Italia

Protesi mammarie Pip sotto inchiesta in Francia. E in tutto il mondo scoppia la paura tra rassicurazioni e disinformazione

E’ allarme tra le donne italiane che hanno impiantato protesi mammarie francesi. Dopo che nei giorni scorsi dalla Francia erano giunte notizie gravi sulla pericolosità delle protesi al seno Pip, migliaia di telefonate sono giunte a molti chirurghi italiani da parte di donne preoccupate per la la loro situazione. A confermare i numeri di questa emergenza è stato Giulio Basoccu, primario di Chirurgia plastica all’Istituto neurotraumatologico italiano (Ini) e membro della Società italiana di chirurgia plastica ed estetica (Aicpe). Ma come si spiega questo assalto ai centralini di cliniche che si occupano di chirurgia estetica? Nei giorni scorsi le autorità francesi avevano diffuso un comunicato in cui si affermava che otto donne che avevano protesi al seno Pip erano affette da tumore.

Nella nota della autorità transalpine si sottolineava che non esisteva alcun legame provato tra il tumore al seno e le protesi Pip. Tuttavia, a scopo precauzionale, la Francia aveva deciso di emanare una direttiva in cui si ordinava l’espianto delle stesse protesi Pip, poichè, seppure non era stato provato il legame con il cancro, tali protesi erano comunque difettose. Questa notizia ha subito avuta una larga eco sulla stampa europea, anche perchè le protesi Pip sono state a lungo utilizzate negli interventi di chirurgia estetica di tutto il Vecchio Continente. Il presidente della Pip Jean-Claude Mas è attualmente ricercato dalle autorità del Costarica per “attentato alla salute” . Le notizie sull’allarme delle autorità francesi si sono poi subito intrecciate con la cronaca giudiziaria che da tempo vede la Pip protagonista. La società infatti è in bancarotta ed è sotto inchiesta dal 2010. Insomma un caso che presenta tutti gli ingredienti e le caratteristiche per destare un livello di apprensione e allarme molto forte, ben al di là dei confini francesi. Per quanto riguarda il nostro paese c’è da dire che l’assenza di indicazioni sul modello di protesi impiantate (molte delle donne che hanno chiamato  ai centrali delle cliniche chiedevano infatti lumi sulla marca degli impianti installati) sta rendendo ancora più critico il livello di allarme, tanto da spingere il ministro della Sanità a chiedere ai Nas di effettuare controlli su vasta scala per rintracciare distributori e chirurghi estetici che potrebbero aver acquistato e impiantato nelle loro pazienti le protesi mammarie Pip. Un primo passo per censire il numero delle donne che, senza saperlo, avrebbero un impianto Pip che, come minimo, se non cangerogeno, è comunque molto difettoso.

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