Maltempo Sicilia e Calabria: una tragedia che si poteva evitare?
Un alluvione ha colpito il messinesse, causando anche vittime. Per ora il bilancio è di quattro morti, tra questi anche un bambino. La tragedia si poteva evitare? Le cause che hanno portato alla morte dei cittadini di Saponara erano già scritte nel dossier della protezione civile del 2008.
La Sicilia e la Calabria nelle ultime ore sono messe in ginocchio da un’ondata di maltempo che, purtroppo, ha fatto anche le sue vittime. La situazione, come si può vedere anche dai moltissimi video in giro per la rete, è tragica. La zona colpita più di tutte dall’alluvione di ieri è quella di Saponara (Messina). Questa mattina gli abitanti della città si sono svegliati col sole, che ha presto lasciato posto alle nuvole che fanno paura e per la serata si annuncia un altro acquazzone. Le scene fanno rabbrividire, tanta gente ha perso tutto nel giro di attimi. Una donna, Angela, una casalinga di 29 anni, tiene in braccio la figlia di appena 9 mesi, infagottata in un pigiamino rosa con la fascia dello stesso colore in testa. I vigili del fuoco, i militari dell’esercito ma anche i carabinieri non abbandonano per un attimo la zona. Il torrente si ingrossa e il fango, insieme all’acqua ricomincia a scendere verso la valle. Come dicevamo prima, il maltempo ha fatto le sue vittime: per il momento il bilancio è di quattro morti, tra questi c’è anche un bambino, che gli abitanti di Saponara hanno descritto come “un ragazzino sveglio che si faceva amare”.
In Calabria, a Catanzaro, il sindaco Michele Traversa, ha reso noto che domani, 24 novembre, le scuole di ogni ordine e grado della città saranno regolarmente aperte. “L’ordinanza emessa ieri, infatti – ha detto Traversa – era limitata alla sola giornata di oggi. Verificate le previsioni meteorologiche, le condizioni degli edifici scolastici e delle strade, non ci sono condizioni che ne impediscono l’apertura. Quindi, da domani le lezioni possono riprendere regolarmente”.
Ma forse, ancora una volta, siamo di fronte ad una tragedia che si poteva evitare, quella della Sicilia. Le cause dell’ennesima tragedia italiana erano scritte nero su bianco in un rapporto della Protezione Civile della Sicilia, datato 2008: un dilagante processo di urbanizzazione, la cementificazione dei corsi d’acqua, la deforestazione dei bacini idrografici, la mancata manutenzione di fiumi, torrenti, scarichi a mare. Quel rapporto fu consegnato alla procura di Messina che ne ha tratto spunti per l’inchiesta sui fatti del 2009, chiusa una decina di giorni fa con l’avviso di conclusione indagini a 18 tra amministratori, tecnici e dirigenti. E riletto oggi, sembra attuale. Più che mai.