Attualità Italiana

Omar Favaro a Novi Ligure per chiedere perdono

Di Omar Favaro si sta parlando molto in questi giorni. La scorsa settimana lo abbiamo visto in tv ospite di Alessio Vinci a Matrix. Ne torna a parlare invece Panorama che lancia lo scoop: Omar ha deciso di andare a Novi Ligure per chiedere perdono. Prima che Erika lasci la comunità di cui è ospite […]

Di Omar Favaro si sta parlando molto in questi giorni. La scorsa settimana lo abbiamo visto in tv ospite di Alessio Vinci a Matrix. Ne torna a parlare invece Panorama che lancia lo scoop: Omar ha deciso di andare a Novi Ligure per chiedere perdono. Prima che Erika lasci la comunità di cui è ospite l’ex fidanzatino ha voluto visitare il cimitero in cui si trovano la mamma della ragazza e il suo fratellino. Omar aveva già raccontato in tv di come per lui tutto sia cambiato da quel lontano giorno e di come non sia passata sera in cui prima di mettersi a letto abbia pensato e rivissuto quelle scene. Un omicidio non si cancella così facilmente dalla testa e il rimpianto più grande che il ragazzo dice di avere è quello di non esser stato capace di fermare Erika mentre commetteva quel gesto atroce.

Secondo quanto scritto sulle pagine di Panorama pare che Omar abbia già fatto visita al cimitero di Novi Ligure  venerdì scorso. Vestito di scuro per non farsi notare e con un cappello per difendersi da sguardi indiscreti il ragazzo avrebbe chiesto perdono alle due persone che sono state uccise nella casa di Erika. Pare che arrivato al cimitero si sia fatto indicare da alcuni ragazzi la tomba della signora Giusy e poi quella del piccolo Gianluca. Sarebbe poi rimasto nella cappella per una ventina di minuti.

Quello che ci chiediamo è però una cosa molto semplice: come mai Omar ha deciso di chiedere perdono proprio adesso? E’ in libertà dal  marzo del 2010, come mai è passato così tanto tempo? Non possiamo condannare il gesto perchè chiedere perdono è concesso a tutti, solo la coincidenza di tutte queste situazioni una dietro l’altra puzzano un pò. Magari è solo un’impressione di chi ormai è abituato a vedere tutto in modo negativo cercando sempre dell’altro sotto.

 

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