Legge bavaglio, oggi scende in piazza la protesta
Protesta in piazza oggi contro il Ddl del governo che prevede la legge “bavaglio”. Un decreto che vorrebbe evitare le intercettazioni, attraverso il divieto di pubblicazione delle stesse, ma anche il divieto di depositare dei dossier in ogni cancelleria europea. In campo giornalisti e blogger che si sono dati appuntamento al Pantheon per gridare con […]
Protesta in piazza oggi contro il Ddl del governo che prevede la legge “bavaglio”. Un decreto che vorrebbe evitare le intercettazioni, attraverso il divieto di pubblicazione delle stesse, ma anche il divieto di depositare dei dossier in ogni cancelleria europea. In campo giornalisti e blogger che si sono dati appuntamento al Pantheon per gridare con forza che loro, opteranno per la resistenza a quella che è una legge che ha innescato l’emergenza democrazia in Italia. In piazza il Presidente dell’Ordine dei giornalisti, rappresentanti della Federazione nazionale della stampa, l’Associazione cronisti, ma anche Articolo 21 e la nuova associazione G.I.U.L.I.A. (Giornaliste unite libere e autonome), tutti in campo per contrastare il decreto che dalla prossima settimana sarà discusso in aula. Non c’è alcuna intenzione di fermare la protesta, anche nel caso in cui il ddl verrà approvato. I giornalisti, infatti, hanno intenzione, in questo ultimo caso, di rivolgersi alla Corte dei diritti dell’uomo alla giustizia europea. Maria Luisa Busi, ex volto del Tg1, ha dichiarato che si passerà alla “disobbedienza civile, perché tutti hanno il diritto di essere informati”.
Quindi pronti anche alla disobbedienza pubblicando comunque le intercettazioni a rischio stesso delle sanzioni, peraltro pesanti, in cui incorrerebbero giornalisti e testate che sono propense a non lasciarsi mettere alcun tipo di “bavaglio”.
Proteste da parte dell’USIGRAI che accusa l’attuazione del bavaglio alle reti Rai, di cui il sindacato è legato. Ma anche l’avvocato Antonio D’Amati scende in campo al fianco dei giornalisti, invitandoli a non cedere alla legge che è ingiusta e sicuri che questi verranno portati dinanzi ai tribunali, non potranno essere condannati perché nessuno può essere condannato se sta svolgendo il proprio dovere. E la legge che vogliono approvare in Parlamento non è una legge giusta e alla fine si presenterà come quella che è, un buco nell’acqua.
Qualcosa che non può essere approvato, che va contro la stessa Costituzione italiana che sancisce la libertà di parola, contro le Costituzioni sui diritti che l’Italia comunque accetta facendole sue. Non sarà possibile chiudere la bocca ai giornalisti e ai blogger che vogliono raccontare le verità, vogliono diffondere le notizie di cui vengono in possesso perché a tutti debba essere consentita la facoltà di conoscere le verità. I blogger, stanno cercando di sensibilizzare molti parlamentari che presenteranno emendamenti cercando di modificare la legge. Sembra che in questi anni i giornalisti siano diventati davvero delle persone scomode che mettono paura non solo ai politici, ma anche ai clan mafiosi, a chi cerca di nascondersi dietro i sotterfugi della legge, quei cavilli che permettono loro di evitare i giudizi nei tribunali. Conflitti di interesse che distruggono la categoria e che uccidono l’informazione.
Teresa Corrado