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Trapani: scafisti li costringono a buttarsi in mare, tre morti

Trapani-Erano un gruppo di 17 migranti tunisini di età compresa tra i 20 e i 30 anni, partiti da un porto tunisino dopo aver pagato agli scafisti tra i mille e millecinquecento euro a testa e diretti sulla costa trapanese. Arrivati a qualche centinaio di metri dalla costa gli scafisti li fanno buttare in mare […]

Trapani-Erano un gruppo di 17 migranti tunisini di età compresa tra i 20 e i 30 anni, partiti da un porto tunisino dopo aver pagato agli scafisti tra i mille e millecinquecento euro a testa e diretti sulla costa trapanese. Arrivati a qualche centinaio di metri dalla costa gli scafisti li fanno buttare in mare per poi andarsene. In quattordici riescono a nuotare fino alla costa della frazione di Torretta Granitola, a Campobello di Mazzara (provincia di Trapani), tre di loro invece non ce la fanno.

La polizia avvertita dai superstiti della scomparsa di tre passeggeri avverte la Guardi Costiera per le ricerche. Alle 10 viene rinvenuto il primo cadavere, poi nel pomeriggio, presso la foce del fiume Arena, un elicottero della Guardia di Finanza avvista il secondo corpo, l’ultimo è stato poi ritrovato a poche centinaia di metri dalla foce. Nonostante i dispersi dovrebbero essere finiti, le ricerche continuano.

Uno dei superstiti riconosce in uno dei corpi ritrovati il fratello ventisettenne: non sapeva nuotare bene – dice il giovane – e per questo non è riuscito a raggiungere la riva. I ragazzi ora sono destinati al centro d’accoglienza di Kinisia, una tendopoli realizzata vicino Trapani.

Intanto giovedì mattina si è rischiata una tragedia: su un barcone avvistato da un elicottero a 20 miglia a sud dall’isola di Lampedusa, si è sviluppato un principio d’incendio che sarebbe stato fatale per le centinaia di migranti a bordo se non fossero intervenuti quattro finanzieri. Successivamente il trasferimento al molo di Favaloro è stato effettuato per mezzo delle motovedette.

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