Attualità Italiana

Concerto Primo Maggio 2011: la Rai imbavaglia gli artisti

Non hanno potuto parlarne dal palco del Concerto il 1 maggio 2011 perché obbligati da dalla Rai a firmare una liberatoria, ma gli artisti che hanno partecipato dietro le quinte non hanno potuto fare a meno di indignarsi per questa ennesima ingerenza della politica sulla libertà d’informazione. Ennio Morricone, Ascanio Celestini, Daniele Silvestri, Gino Paoli, […]

Non hanno potuto parlarne dal palco del Concerto il 1 maggio 2011 perché obbligati da dalla Rai a firmare una liberatoria, ma gli artisti che hanno partecipato dietro le quinte non hanno potuto fare a meno di indignarsi per questa ennesima ingerenza della politica sulla libertà d’informazione. Ennio Morricone, Ascanio Celestini, Daniele Silvestri, Gino Paoli, e tanti altri hanno però voluto dire la loro comunque, anche se non su palco, di fronte a centinaia di migliaia di persone e a circa 2,5 milioni di telespettatori.

Per la Rai è iniziato il periodo di par condicio, per cui gli artisti, il presentatore Neri Marcorè, non hanno potuto accennare nemmeno minimamente ai fatti dell’attualità. L’obiettivo è chiaro, e dichiarato; far fallire i referendum del 12 e 13 giugno, che la maggioranza di governo tanto teme. Il tentativo di oscuramento è tale che in Commissione di vigilanza Rai non si è ancora riusciti a stabilire i modi e i tempi per i programmi di informazione sui referendum appunto. L’ostruzionismo di Lega e Pdl è tale da aver fatto sbottare anche il Presidente Sergio Zavoli, che annuncia sedute ad oltranza se non si risolve la questione.

Il bavaglio imposto dalla Rai agli organizzatori del concerto è stato tale che sono state vietate anche le bandiere pro referendum nell’area privata, mentre quelle che sventolavano tra la folla non sono state mai inquadrate.

Tutto questo solo per impedire ai cittadini di utilizzare il solo strumento democratico che gli è rimasto. Per Antonio Di Pietro la liberatoria fatta firmare agli artisti è una “illegalità”. In effetti è curioso che artisti, cantanti non possano parlare dei problemi dell’acqua o del nucleare.

 

Giuseppe Procida

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