Attualità Italiana

Libia, l’Italia entra attivamente nel conflitto

Svolta dell’Italia sulla guerra in Libia. Dopo un colloquio tra Silvio Berlusconi e il presidente degli Stati Uniti Barak Obama, il governo conferma la precisa intenzione di entrare attivamente nel conflitto contro Gheddafi, facendo partecipare alle missioni in modo attivo anche i caccia italiani. La scelta, condivisa con il ministro della Difesa La Russa e […]

Svolta dell’Italia sulla guerra in Libia. Dopo un colloquio tra Silvio Berlusconi e il presidente degli Stati Uniti Barak Obama, il governo conferma la precisa intenzione di entrare attivamente nel conflitto contro Gheddafi, facendo partecipare alle missioni in modo attivo anche i caccia italiani.

La scelta, condivisa con il ministro della Difesa La Russa e il ministro degli Esteri Frattini, è in pieno accordo con le disposizioni ONU. Per questo il presidente del Consiglio Berlusconi, non si è tirato indietro sulla messa a disposizione dei nostri veicoli anche per attacchi mirati contro postazioni dell’esercito libico, richieste a gran voce anche dagli insorti libici. Della decisione è stato informato anche il Presidente della Repubblica Napolitano e presto si prevede di conferire in Parlamento sulle decisioni prese. La Lega si dichiara contraria, mentre il PD appoggia l’impresa se rientra effettivamente nella risoluzione ONU.

Berlusconi ha preso contatti anche con gli altri partecipanti all’azione contro il rais Gheddafi e parlerà con il Presidente della Repubblica francese Sarkozy, durante il vertice intergovernativo previsto a Roma.  

Le assicurazioni sono quelle di sempre, attaccare postazioni militari, evitando di colpire civili, per aiutare gli insorti e fermare gli attacchi dell’esercito libico che continua a bombardare sui cittadini. Infatti, anche se era stato annunciato il ritiro da Misurata, l’esercito ha solo cambiato posizione, spostandosi in periferia e ha continuato a sparare, ci sarebbero almeno 30 morti.

Colpito anche il bunker di Gheddafi, ma è andato distrutto l’ufficio stampa e l’ufficio del rais. Si contano 45 feriti di cui alcuni gravi. Subito dopo l’attacco i giornalisti sono stati accompagnati sul luogo dell’esplosione, mentre erano all’opera i pompieri e sono state fatte rassicurazioni sulla salute di Gheddafi che si troverebbe in un posto sicuro e avrebbe il morale alto.

Teresa Corrado

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