Papa Giovanni Paolo II è testimone di Dio
All’inizio delle celebrazioni del triduo pasquale, il papa Benedetto XVI, ritorna a parlare di papa Wojtyla che verrà beatificato il 1° maggio di quest’anno e le cui celebrazioni inizieranno il 29. Durante la messa in San Pietro, per la consegna del crisma (l’olio per la benedizione della notte di Pasqua) ai sacerdoti della diocesi romana, il […]
All’inizio delle celebrazioni del triduo pasquale, il papa Benedetto XVI, ritorna a parlare di papa Wojtyla che verrà beatificato il 1° maggio di quest’anno e le cui celebrazioni inizieranno il 29. Durante la messa in San Pietro, per la consegna del crisma (l’olio per la benedizione della notte di Pasqua) ai sacerdoti della diocesi romana, il papa torna a parlare del suo predecessore.
Le sue sono parole, sicuramente non dolci per il periodo che stiamo attraversando, sono rivolte a tutte le popolazioni dell’Occidente che, attraverso i propri comportamenti, si stanno allontanando dalla religione, dal loro credo, dalla loro cultura, ma anche dalla loro storia. Il rinnegare la propria fede, il proprio essere cristiani e l’importanza che questo ha avuto nei secoli e nella formazioni della civiltà occidentale, è come rinnegare la propria storia.
Benedetto XVI non nega che in questi lunghi secoli ci siano stati degli errori, da parte della Chiesa come da parte dei suoi rappresentanti, ma questo non può essere causa di allontanamento da parte dei Cristiani. La Chiesa ha, nei secoli, dato grande prova di coraggio e mostrato al mondo personalità di grande carisma e umanità.
Una delle figure particolari di quest’ultimo secolo, resta il papa Giovanni Paolo II, molte volte preso di mira da campagne anti-cristiane, soprattutto in questi giorni in cui si avvicina la data della sua beatificazione. Ma non si possono negare a papa Wojtyla la sua grande capacità di comunicare con i giovani, di inviare messaggi altamente umanitari, la sua lotta contro le ingiustizie e la povertà o le mafie, richiamando a gran voce i rappresentanti di tutti i Governi, il richiamo all’unità, all’umanità, ma anche le sue scuse offerte verso tutti gli errori che la Chiesa ha fatto nei secoli passati.
Benedetto XVI ha sottolineato come Dio, attraverso uomini come Giovanni Paolo II, opera ancora con la Chiesa e che questi testimoni d’amore, diano speranza al mondo. Precisando che di testimoni, nel mondo, ce ne sono tantissimi altri, che operano senza la medianicità del nostro secolo.
Teresa Corrado