Attualità Italiana

Napolitano richiama al rispetto verso i magistrati

Napolitano risponde da par suo, cioè con sobrietà e fermezza, ai continui attacchi che si stanno susseguendo senza sosta ormai da parecchio tempo nei confronti della magistratura italiana.  La circostanza che, questa volta, ha fatto uscire dai gangheri il Presidente della Repubblica, è l’affissione a Milano di parecchi manifesti con la provocatoria scritta: “fuori le […]

Napolitano risponde da par suo, cioè con sobrietà e fermezza, ai continui attacchi che si stanno susseguendo senza sosta ormai da parecchio tempo nei confronti della magistratura italiana.  La circostanza che, questa volta, ha fatto uscire dai gangheri il Presidente della Repubblica, è l’affissione a Milano di parecchi manifesti con la provocatoria scritta: “fuori le BR dalla magistratura“, con il riferimento , implicito, all’ipotesi che tra i magistrati ci sarebbero elementi che vogliono sovvertire la democrazia e le scelte degli elettori.

 L’episodio dei manifesti segue di pochi giorni l’attacco, piuttosto inedito non tanto nella sostanza quanto nel contenuto, sferrato da Silvio Berlusconi direttamente a Gianfranco Fini, oltrechè, ovviamente, ai giudici : infatti, il Presidente del Consiglio aveva affermato di avere ricevuto “confidenze” da un magistrato che gli aveva riferito di un patto “scellerato” tra il Presidente della Camera e le toghe, consistente nell’accordo di perseguire Berlusconi il più possibile per farlo fuori, in cambio di non far passare riforme che potessero “dispiacere” alla magistratura.  

Le reazioni al discorso di Berlusconi erano state immediate, da parte delle opposizioni, nonchè del Presidente della Associazione Nazionale Magistrati, Palamara;  così come reazioni ancor più dure si sono levate dopo l’affissione dei manifesti. Ma l’impressione è che anche un largo strato dell’opinione pubblica sia stanco di questi continui contrasti tra le istituzioni, che non fanno altro che esacerbare gli animi e la fiducia dei cittadini, diluendo nel contempo, drammaticamente, i tempi della soluzione dei veri problemi.   Chi di noi non ricorda le lezioni di “educazione civica” ricevute alla Scuole Medie, in cui si insegna che “lo Stato è composto di tre poteri, autonomi e collaboranti tra di loro: esecutivo, amministrativo e giudiziario”?  La tentazione di molti è di rimandare sui banchi di scuola molti dei nostri attuali rappresentanti istituzionali.

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