Toscana, conclusi i primi arrivi dei profughi alle tendopoli
Sono sbarcati anche in Toscana e portati nelle strutture allestite per l’accoglienza, le tendopoli, i primi profughi provenienti dal nord Africa. Com’è noto, in questi giorni sono diverse le regioni che stanno partecipando al programma di smistamento dei profughi da Lampedusa, dove non c’è più posto. E così dopo la Puglia e la Campania, adesso i […]
Sono sbarcati anche in Toscana e portati nelle strutture allestite per l’accoglienza, le tendopoli, i primi profughi provenienti dal nord Africa. Com’è noto, in questi giorni sono diverse le regioni che stanno partecipando al programma di smistamento dei profughi da Lampedusa, dove non c’è più posto. E così dopo la Puglia e la Campania, adesso i profughi sono arrivati anche in Toscana, sbarcando a Livorno in 300. I profughi adesso sono stati divisi in ben sette province della Toscana.
La Regione Toscana ha dichiarato che la traversata è stata “serena e tranquilla“. La nave che portava i 300 migranti da Lampedusa, è approdata a Livorno attorno alle 22,30 di ieri sera, 4 Aprile 2011. Naturalmente dopo lo sbarco si è proceduto con le operazioni di imbarco sui pullman, operazioni che si sono svolte, probabilmente per motivi di sicurezza, tutte a bordo della nave: i trecento migranti – spiega la Regione – per adesso rimarranno in Toscana. Si tratta dei primi migranti che la Regione e i Comuni si sono dichiarati disponibili ad accogliere. Le Regioni continuano ad accogliere i migranti per andare incontro all’isola di Lampedusa, dove non c’è davvero più posto per nessuno e dove sappiamo, si corre anche il rischio di epidemie per i troppi arrivi. L’accoglienza nelle altre regioni italiane non è stata priva di polemiche: i cittadini pugliesi, toscani e campani infatti, non sono così favorevoli all’allestimento delle tendopoli nella propria regione.
Intanto, mentre Lampedusa cerca di “svuotarsi“, sulle sue coste arrivano altri barconi: in 12 ore sono arrivati quasi mille profughi.
Un esodo, quello che stiamo affrontando, che pare non finire mai.
Sara Moretti