Immigrati, Ventimiglia sarà la nuova Lampedusa?
A marzo sono stati oltre seicento i tunisini respinti dalla Francia, alcuni rimpatriati altri riportati al confine italiano. Ventimiglia sarà la nuova Lampedusa? Solo due giorni fa, il sindaco di Ventimiglia Gaetano Scuillino aveva lanciato l’allarme: “Siamo preoccupatissimi. Al momento la situazione è sotto controllo ma se i numeri dovessero aumentare saremmo in piena emergenza”. […]
A marzo sono stati oltre seicento i tunisini respinti dalla Francia, alcuni rimpatriati altri riportati al confine italiano.
Ventimiglia sarà la nuova Lampedusa? Solo due giorni fa, il sindaco di Ventimiglia Gaetano Scuillino aveva lanciato l’allarme: “Siamo preoccupatissimi. Al momento la situazione è sotto controllo ma se i numeri dovessero aumentare saremmo in piena emergenza”. Dall’inizio della crisi, infatti, nella città ligure sono arrivati dagli 80 ai 150 migranti al giorno. Molti di questi erano solo di passaggio, con destinazione Francia o altri paesi del nord- Europa e per questo la situazione era controllabile, ma da qualche giorno la polizia francese ha intensificato i controlli, evitando così lo sconfinamento dei clandestini.
La gran parte sono tunisini, che ormai tentano di passare il confine in ogni modo. Con il treno è diventato praticamente impossibile, la gendarmeria ha disposto trecento uomini della polizia di frontiera tra le stazioni di Menton e Nizza. Con la macchina è altrettanto difficile sfuggire ai controlli delle autorità. Allora? Cosa fare? Rimangono le gambe. Ogni giorni decine di persone tentano di varcare il confine a piedi. Ci provano tra i valichi alpini di San Luigi e San Ludovico, che distano solo dieci chilometri dalla stazione di Ventimiglia, oppure via mare, camminando lungo la spiaggia. E così, in serata, a Ventimiglia, dopo la cena preparata dai volontari, si formano vere e proprie colonne di uomini, aizzati dal capopopolo di turno, che camminano in direzione francese, ma che poche ore dopo si ritrovano puntualmente nella sala d’attesa della stazione di Ventimiglia, allestita appositamente per l’emergenza.
Dall’inizio della crisi in pochi sono riusciti ad arrivare in Francia. Tra quei pochissimi che ci sono riusciti 100 sono stati rimpatriati e oltre 500 riportati in Italia. Infatti le procedure per l’allontanamento dal territorio francese, per la maggior parte, si fanno attraverso la riammissione in Italia, a volte senza neanche atti amministrativi, in base agli accordi bilaterali di Chambéry. Ad esempio, un clandestino fermato al suo arrivo in Francia, con una qualsiasi prova che attesti la sua provenienza dal territorio italiano(basta anche un biglietto delle ferrovie dello stato), viene immediatamente respinto al di la del confine. Tutto questo porta alla preoccupazione del sindaco ligure: “ Ventimiglia non è Lampedusa, a cui va tutta la mia solidarietà. Ma ogni giorno assistiamo un centinaio di persone a cui forniamo bevande calde e panini ma non ci possiamo permettere strutture di accoglienza o affrontare un’emergenza simile a quella dei curdi. Se il numero di immigrati dovesse aumentare sarebbe emergenza. Da soli non ce la facciamo”. Intanto oggi, nella città di frontiera, sarà aperto un centro d’accoglienza, di 70-100 posti, nella ex caserma di vigili del fuoco.
Fabio Sciulli