Libia: in Italia pericolo attentati, approvata la risoluzione
Mentre in Italia cresce la paura per i possibili attentati, l’aula della Camera ha approvato la risoluzione della maggioranza sull’intervento in Libia. I sì sono stati 300, rispetto ai 297 richiesti. Gli astenuti sono stati 2, i no 293. Berlusconi lancia un appello al Raìs: “La fine delle ostilità è la condizione sine qua non per […]
Mentre in Italia cresce la paura per i possibili attentati, l’aula della Camera ha approvato la risoluzione della maggioranza sull’intervento in Libia. I sì sono stati 300, rispetto ai 297 richiesti. Gli astenuti sono stati 2, i no 293. Berlusconi lancia un appello al Raìs: “La fine delle ostilità è la condizione sine qua non per ogni mediazione”. Il Capo dello Stato: “Siamo pienamente in linea con la carta dell’Onu”
Intanto gli attacchi della coalizione dei volenterosi hanno preso di mira il quartier generale di Gheddafi ad Ajdabiya. L’emittente di stato libica parla di molti civili morti a Jafar, a sud ovest di Tripoli. E la Merkel chiede un embargo petrolifero totale.
L’intervento militare in Libia potrebbe avere come conseguenza, per l’Italia, una ritorsione di Gheddafi. Ad avanzare questa ipotesi è Alfredo Mantovano, sottosegretario del ministero dell’Interno. Il vice di Maroni invita alla “cautela per evitare tutti gli effetti negativi conseguenti all’intervento”. Mantovano precisa la sua ipotesi affermando che “in una situazione confusa come quella attuale, chi punta ad arrivare in Italia può infilarsi più facilmente – afferma – ci si può mimetizzare meglio tra profughi e immigrati regolari. E’ ovvio che Al Qaeda, se pensa di far crollare le Twin Towers, non manda gli attentatori sui barconi ma non si può escludere una ritorsione da parte di Gheddafi: ha già detto di sentirsi tradito e in passato ha dato drammaticamente prova delle sue capacità”. Inoltre, il sottosegretario non esclude neppure “gesta isolate da parte di soggetti che sono già in Italia e che non devono necessariamente ricevere ordini precisi” ma poi sottolinea che non ci sarebbero rischi per l’Italia. Conclude dicendo che “è la Francia ad aver avuto un ruolo da apripista”.
Giusy Cerminara