Saviano e PD in campo contro biotestamento
Esordirà a breve, nell’aula di Montecitorio, la proposta di far diventare legge il ddl sul biotestamento, e cioè la dichiarazione anticipata di trattamento. Ignazio Marino, senatore Pd e medico, asserisce che tale proposta serve al premier Berlusconi, solo per rinsaldare una maggioranza traballante e lo accusa di utilizzare la dignità della vita come strumento. Marino […]
Esordirà a breve, nell’aula di Montecitorio, la proposta di far diventare legge il ddl sul biotestamento, e cioè la dichiarazione anticipata di trattamento.
Ignazio Marino, senatore Pd e medico, asserisce che tale proposta serve al premier Berlusconi, solo per rinsaldare una maggioranza traballante e lo accusa di utilizzare la dignità della vita come strumento. Marino rincara la dose, asserendo che il ddl sembrava urgente nel 2009, a causa del dibattito su Eluana Englaro, ma ora invece, si ha l’arroganza di tirarlo nuovamente in ballo perché serve al Presidente del Consiglio.
A scendere in campo, contro il biotestamento, è anche l’autore di Gomorra, Roberto Saviano. Lo scrittore punta il dito contro il provvedimento, ritenendolo un falso-liberale, poiché, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non va verso la libera scelta.
La posizione di Saviano e di Marino è mutuata anche dall’Italia Dei Valori che, attraverso Silvana Mura, dichiara: “quella che si vuole approvare alla Camera è una vera e propria legge truffa perché formalmente introduce uno strumento, la dichiarazione anticipata di trattamento, che non servirà assolutamente a nulla perché è stata svuotata di ogni potere”.
A ribattere alle accuse è il sottosegretario alla salute, Eugenia Roccella, la quale sostiene che la legge sul biotestamento possa dare a tutti la possibilità di scegliere a quali terapie sottoporsi quando non si è più in condizioni di esprimere la propria volontà, definendo gli attacchi della sinistra, pretestuosi e ideologici. Roccella conclude con la richiesta che, intorno a tale tema così delicato e importante, ci sia un dibattito trasparente.
Cristina Lucarelli