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Alpino ucciso in Afghanistan: i funerali di Massimo Ranzani

Si sono svolti questa mattina a Roma i funerali dell’alpino ucciso in Afghanistan. L’ennesimo giorno di dolore per tutto il Paese, per la perdita ingiusta di un ragazzo, al quale è stato strappato via il sogno di aiutare gli altri, di costruire la pace. Massimo Ranzani è morto lunedì scorso, è stato colpito mentre rientrava […]

Si sono svolti questa mattina a Roma i funerali dell’alpino ucciso in Afghanistan. L’ennesimo giorno di dolore per tutto il Paese, per la perdita ingiusta di un ragazzo, al quale è stato strappato via il sogno di aiutare gli altri, di costruire la pace. Massimo Ranzani è morto lunedì scorso, è stato colpito mentre rientrava da un’operazione di assistenza medica, dopo aver distribuito vestiti, coperte, scarpe e cibo.

Ai funerali di Stato questa mattina erano presenti tutte le cariche dello stato. Il presidente Napolitano, prima dell’ingresso del feretro tricolore nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, si è avvicinato ai genitori di Massimo, manifestando loro cordoglio. Monsignor Vincenzo Pelvi, l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, ha ringraziato il capo dello stato: “Grazie di cuore, per la sua paterna vicinanza ai nostri giovani militari e alle loro famiglie”.

Durante l’omelia, Pelvi aggiunge: “Massimo è stato instancabile seminatore di speranza dinnanzi allo straniero, al prigioniero, all’affamato. Sperare vuol dire credere nell’impossibile. Passare oltre, rifiutare o fuggire il grido di aiuto dell’altro è come scegliere la morte e, peggio ancora, divenirne artefice“. E conclude:

Le missioni internazionali di sicurezza ci aiutano a capire che siamo famiglia umana, nella circolarità del dono. Troppo spesso, invece ci nascondiamo dietro affermazioni del tipo “non è compito mio”, “ne vale la pena?” o “non ne sono capace”. Forse non abbastanza ci brucia nel cuore l’amore con il quale far giungere le onde della fraternità in ogni parte del mondo“.

È l’ennesimo caso di morte precoce per difendere i propri ideali, i propri valori, lontano dal proprio Paese, ragazzi coinvolti in una vicenda che non li riguarda poi tanto da vicino, ma per la quale sono pronti a intervenire e a rischiare la vita, lasciando un vuoto incolmabile nelle loro famiglie.

Sara Moretti

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