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Dragon Age: Inquisition, la recensione

Ecco la recensione di Dragon Age: Inquisition. Il GDR è atteso il 20 novembre per pc, Ps4 e Xbox One e console old generation

Uscirà il 20 novembre uno dei giochi più attesi per next gen. Si tratta di Dragon Age: Inquisition. Ecco la recensione di uno dei GDR più discussi. Uscirà per pc, Ps4 e XBox One il fantasy di Bioware. Promette di far passare agli utenti addirittura cento ore di gameplay tra missioni primarie e secondarie. Un lavoro mastodontico che però rischia di far perdere l’orientamento al videogiocatore. La trama infatti risulta avere non poche imperfezioni. Stesso discorso per quanto concerne le sessioni di combattimento. Queste ultime appaiono ancora poco convincenti, soprattutto per via di una telecamera che non premia l’intuitività. Non è detto che le prossime patch di Bioware possano comunque risolvere il problema.

In parte, si ricollega ai due titoli che lo hanno preceduto e questo può far perdere la voglia a chi ha intenzione di acquistarlo senza aver mai giocato ai due precedenti Dragon Age. Inquisition è comunque un ottimo titolo. Sono presenti draghi, mostri, cavalieri e maghi: tutto ciò che un fantasy dovrebbe possedere. È possibile personalizzare le proprie controparti ludiche e soltanto per questa fase, l’utente più smaliziato può perdere addirittura circa un’ora e mezzo. Le animazioni risultano un po’ macchinose e sebbene i panorami siano splendidi, si sente l’assenza di ulteriori dettagli. Questo dà una sensazione di ripetitività. Inoltre, il motore grafico non è esente da bug. Infine, la localizzazione rimane in inglese con soltanto i sottotitoli in italiano. Questi sono molti dei difetti che ha Dragon Age: Inquisition. Dunque, un titolo da buttare? Decisamente no. Tuttavia, se non avesse avuto queste pecche sarebbe potuto essere il sovrano incontrastato degli RPG. Veniamo agli aspetti positivi della recensione. Il gameplay è migliorato rispetto i precedenti e l’azione risulta più fluida e spettacolare.

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Privilegiato l’aspetto tattico e ben bilanciato il livello di difficoltà. Inoltre, il multiplayer e l’enorme quantità di dialoghi e approfondimenti vari della storia permettono un’immersione quasi totale. Da non sottovalutare poi il peso di ogni scelta. Il vostro agire potrà ritorcersi contro di voi in base alle scelte compiute: attenzione dunque alle alleanze e a ogni minimo aspetto che incontrerete nel progredire della storia. Dunque, come visto dalla recensione, Dragon Age: Inquisition è un titolo con molti pregi e anche difetti. Il consiglio per tutti gli amanti dei fantasy e degli RPG – anche se non allo stato puro – è di acquistarlo. Stesso discorso anche per chi amante vero e proprio non è. Il problema risulta la longevità: essendo talmente vasto si rischia di perdere la bussola. Una buona prova da Bioware, ma siamo certi che se farà tesoro degli errori, il prossimo capitolo potrebbe essere quello definitivo.



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