Attualità Italiana

Ucciso perchè non poteva pagare un debito: fatale un colpo alla testa

Salvatore Germanò ex collaboratore di giustizia, ucciso perchè non aveva pagato un debito. Si cercano gli assassini

Un debito che non poteva più essere pagato, degli interessi enormi che non poteva essere allontanati in nessun modo. Un solo rimedio: la morte. E così Salvatore Germanò, 54 anni, ex collaboratore di giustizia (escluso dal programma di protezione per essere stato coinvolto nel 2008 in un processo per usura), è stato freddato con un colpo di pistola. Ucciso con un colpo alla testa senza ripensamenti. Dall’alto verso il basso, da breve distanza. Forse perché prima l’hanno fatto inginocchiare. Una vera esecuzione che servirà forse anche ad altri per capire che con certe persone non si scherza e che i debiti vanno onorati e rispettati. E’ successo a Borgo San Dalmazzo in provincia di Cuneo.

Il cadavere è stato scoperto qualche ora fa. Le forze dell’ordine lo hanno trovato incappucciato con un nylon e sepolto nella sabbia lungo il torrente Gesso, a Borgo San Dalmazzo. La città dove Germanò si era trasferito e dove vivevano i suoi assassini. Due sono stati arrestati, il terzo è latitante.
In carcere sono finiti Pantaleone Parlato, 53 anni, carabiniere in pensione dal novembre 2013, e Pier Giorgio Alessandro Mandrile, 43, geometra. Hanno ammesso, spiegano gli inquirenti, di aver partecipato all’omicidio. Insieme, hanno detto, a Vittorio Ierinò, 55 anni, calabrese, pluripregiudicato per armi e ’ndrangheta: era ai domiciliari a Torino. Il calabrese risulta ora ricercato ma i Carabinieri non hanno sue notizie.



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