Attualità Italiana

Reggio Calabria, maxi operazione contro clan dell’ndrangheta

Traffico di droga internazionale ma anche riduzione in schiavitù: questi i capi di accusa su 16 esponenti del clan dei Cacciola finiti in manette a Reggio Calabria a seguito di una maxi operazione contro l’ndrangheta

16 persone collegate al clan dei Cacciola sono finite in manette a seguito di una maxi operazione contro l’ndrangheta dei carabinieri tra Reggio Calabria, con la collaborazione delle forze dell’ordine di Olanda e Germania. La famiglia coinvolta nelle indagini ha base a Rosarno ed è qui che si svolgevano le principali attività criminose. Gli arresti in seguito al blitz sono stati disposti dal gip su richiesta della Procura di Reggio.

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Sui 16 individui fermati pesano ora le accuse di traffico internazionale di cocaina, sequestro di persona e riduzione in schiavitù. Durante l’operazione sono anche stati sequestrati diversi chili di cocaina purissima provenienti dall’Olanda. Secondo la versione degli investigatori, la testimonianza di una collaboratrice di giustizia è stata determinante per fare luce su questo traffico di stupefacenti di proporzioni internazionali. Ma non solo: la donna stessa in questione veniva segregata e ridotta in schiavitù  da alcuni esponenti maschili della stessa famiglia. Ed è questo probabilmente l’aspetto più scioccante di questo caso. Alla testimone infatti era stata addossata la responsabilità per il suicidio del marito, appartenente al gruppo criminale, avvenuto in circostanze ancora da chiarire. La segregazione e la schiavitù erano quindi secondo i suoi aguzzini il prezzo che la donna doveva pagare per espiare questa sua presunta colpa. Stanca dei soprusi ha deciso di collaborare con la giustizia portando allo scoperto il giro di affari dei Cacciola. E’ chiaro che 16 arresti costituiscono purtroppo solo un ago in un pagliaio in quella che è un’associazione criminosa organizzata di vastissime proporzioni (ben oltre i confini calabresi). Molti altri infatti sono i clan ancora a piede libero ma queste operazioni sono comunque senza dubbio un segnale positivo e di speranza nella lotta per la legalità nel sud Italia.

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