Ecco Welco, il citofono che ti segue. Intervista al Ceo Leo Sculli
Welco è una scommessa vinta a dimostrazione che in Italia non mancano i cervelli ma la capacità di valorizzare chi è davvero innovativo. UNF ha incontrato il Ceo di Welco Leo Sculli
Cosa è Welco? Un applicativo, un citofono a portata di tasca, la creazione di una start up italiana, una scommessa vinta e un punto di partenza. Welco è tutto questo ma è soprattutto il risultato della passione di un gruppo di giovani studiosi italiani che si sono messi in gioco e hanno dimostrato che qui e adesso è possibile essere innovativi e vincenti anche se tutto intorno tutto sembra essere fatto per rendere più difficoltoso il cammino della propria creatività. Al ceo di Welco, il calabrese Leo Sculli, abbiamo rivolto alcune domande.
Ogni buona intervista parte sempre dal biglietto da visita: ci spieghi cosa è e come funziona Welco?
Welco è un dispositivo con display touch che sostituisce la postazione interna dell’apparato citofonino (il citofono dentro casa per intenderci) e permette grazie al nostro sistema software di rispondere e vedere chi suona al citofono ed aprire il portone da remoto dovunque ci troviamo anche fuori casa.
Come è nato Welco?
L’idea nasce ad una startup weekend di torino lo scorso Marzo 2013 dove Welco riceve il riconoscimento da parte dell’istituto Mario Boella; successivamente vinto Working Capital di Telecom Italia luglio 2013 abbiamo continuato lo sviluppo a Milano lato business e in Calabria lato tecnico. Grazie al grant di impresa di 25k di Telecom Italia con WCap e grazie al mentoring di dPixel abbiamo accelerato lo sviluppo a tal punto da riuscire ad ottenere un prototipo funzionante in soli 3 mesi.
Ci presenti tutti i membri del gruppo che hanno permesso la nascita di Welco? Partendo chiaramente da te
Il progetto vede attivi full committed 5 figure interne e 2 consulenti esterni. Io sono il CEO, studente di Elettronica (Reggio Calabria) per 2 anni, mi trasferisco a Pisa nella facoltà di ingegneria Gestionale prima di trasferirmi a Milano definitivamente per il progetto. Mi occupo di tutta la parte business insieme a Gabriel Occhino COO anche lui Gestionale (politecnico Torino). La parte tecnica è affidata a Carlo Buccisano CTO Ingegnere Elettronico università Mediterranea di Reggio Calabria, esperto in schede di acquisizione che insieme ad un consulente esterno Diego Pellicanò (ing elettronico) sta curando tutta la parte Hardware. Sempre nel reparto tecnico, da Gennaio si è unito al gruppo, Alessandro Infurna Ingegnere Informatico (Politecnico Mi) tesi su sistemi robotici per la casa in Svezia, CIO cura tutta la parte di Information Technologies di Welco. Da qualche mese lavora insieme a noi Alberto Lovato, Industrial Designer al quale è affidata la parte di disegno industriale ed ingegnerizzazione del prodotto. Il secondo consulente esterno è un advisor per la parte business.
Welco è ed è pronta a diventare…cosa nel futuro?
Leo è ambizioso e la frase che cita sempre è “fra qualche anno non esisteranno più i citofoni, ma solo tanti Welco”
Si può essere innovativi in una Italia che molti considerano vecchia?
Non è vecchia l’Italia ma la classe politica che “dovrebbe” governare questo bellissimo paese. L’innovazione dovrebbe partire non solo dalla mente di noi giovani ma anche da quella di chi ci governa. In un paese in ginocchio con un tasso di disoccupazione ai livelli massimi di sempre per noi giovani ambiziosi è facile avere idee innovative o meglio “Disruptive” come direbbero in silicon valley, la difficoltà è nel portare avanti queste idee soprattutto in Italia dove l’ecosistema è ancora incentrato su…. business old school….. In america, ma come anche in Uk e in Germania, investitori pronti a credere in queste idee portate avanti da giovani volenterosi se ne trovano facilmente, in Italia oltre a passare dai soliti canali burocratici assurdi con tempi inauditi, di investitori se ne vedono sempre meno e quei pochi che ci sono cercano di mutare i capitali di rischio in capitali di investimento sicuro! Rimango ancora fiducioso e forse anche troppo speranzoso che le cose cambino, infatti io ed il mio gruppo proveremo fino in fondo a mantenere la base sia operativa che finanziaria in Italia (tasse permettendo) ma se questo nostro paese dovesse rispondere male saremo costretti anche noi a cercare altri sbocchi in altri paesi.
Che consiglio daresti a quei ragazzi che sono in cerca della grande idea?
Tutte sono grandi idee, poche quelle che riescono veramente a cambiarti la vita e soprattutto migliorare quella degli altri.
Steve Jobs diceva: “stay hungry, Stay Fulish” forse in america può bastare, in Europa no; aggiungo alla frase del più grande innovatore degli ultimi decenni, 3 aggettivi: ambizione, passione e costanza. Bisogna saper seguire i propri sogni e le proprie ambizioni con la consapevolezza che si raggiunge l’obiettivo solo grazie al lavoro svolto con passione. Senza ambizione non puoi avere idee, senza passioni non dedicheresti il tempo necessario a queste idee, senza costanza non riusciresti a svilupparle a dovere.