Pensioni Quota 96, arriva il no alla proposta di legge
La Ragioneria generale dello Stato boccia la proposta di legge sull'accesso alla pensione per i quota 96 con i vecchi requisiti
Ha un primo punto fermo la questione dei “quota 96”, il personale della scuola che si è visto sbarrare l’accesso alla pensione in seguito all’entrata in vigore della riforma “lacrime e sangue” dell’ex ministro del lavoro del governo Monti, Elsa Fornero.
Pensione quota 96 scuola: chi sono?
Quando si parla di pensione per i “quota 96” si indicano quei soggetti, per lo più docenti, che potevano lasciare la cattedra al raggiungimento di 60 anni di età e 36 di anzianità contributiva ovvero 61 anni di età e 35 di servizio. Si parla al passato visto che la riforma pensioni Fornero, il decreto legge n. 201 del 2011 che è stato ribattezzato “decreto salva Italia” ha allungato l’accesso alla pensione per tutti, donne e uomini, dal 1 gennaio 2012. Diretta conseguenza per chi rientrava nella quota 96 è stato il diritto negato ad andare in pensione con le vecchie regole. Una questione che ricorda quella degli esodati, anch’essi senza stipendio e senza pensione dopo l’entrata in vigore della riforma Fornero.
Quota 96: la proposta Ghizzoni e …
Cosa si è fatto per tutelare i 4mila soggetti che rientrano nella “quota 96” secondo le stime ufficiali? Non ha fatto nulla di concreto l’artefice della riforma pensioni 2012, l’ex ministro Fornero, non ha fatto nulla il Governo di Enrico Letta. Ma una proposta c’è stata ed è quella dell’esponente del partito democratico, Manuela Ghizzoni che ha raccolto le speranze dei quota 96 sull’accesso alla pensione con i requisiti vigenti prima della riforma Fornero in una proposta di legge.
… la bocciatura della Ragioneria generale dello Stato
Questa proposta è stata bocciata dalla Ragioneria generale dello stato perché inadeguata la copertura finanziaria e tutto ritorna all’origine. Per ora i docenti che rientrano nella “quota 96” rimangono a bocca asciutta, ma come ha auspicato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, si attende un intervento risolutivo del Ministero delle finanze da presentare al parlamento.
La prossima riunione della commissione Bilancio è prevista per il 25 marzo. Che succederà? Vediamo se indovino. Sarà votato un testo che impegna il governo a trovare le coperture finanziarie. E poi? Esattamente come prima: niente!!!
NO PENSIONE, NO VOTO!