Compravendita senatori, Di Pietro torna in toga come avvocato dell’Idv
Antonio Di Pietro di nuovo in toga. Questa volta però l'ex pm di Mani Pulite lo fa in veste di avvocato dell'Italia dei Valori nel processo sulla presunta compravendita di senatori ad opera di Silvio Berlusconi
Rivedere Antonio Di Pietro in toga fa un certo effetto. Lo fa come avvocato dell’Italia dei Valori, costituitasi parte civile nel processo per la presunta compravendita di senatori per contestare la difesa dei legali dell’imputato Silvio Berlusconi.
Il nuovo processo è cominciato martedì scorso, un nuovo filone giudiziaria che da Napoli si è abbattuto su Silvio Berlusconi, indagato insieme a una decina di parlamentari. Questi ultimi, nel 2010 e 2011 non avrebbero fatto mancare il loro voto a favore dell’allora premier. Chiaramente, in momenti decisivi.
Non solo De Gregorio – Ci sono diversi episodi sotto osservazione. Dal comportamento di alcuni parlamentari di Futuro e libertà che sottoscrissero la mozione di sfiducia presentata dal partito di Fini (14 ottobre del 2010) salvo poi votare contro o astenersi, all’episodio che coinvolse due Liberal Democratici per il Rinnovamento, Daniela Melchiorre e Italo Tanoni che, eletti nel 2008 con il Pdl, votarono la sfiducia al governo Berlusconi aderendo nel gruppo Fli-Udc. Poi però, il dietro front e il salvagente per Silvio Berlusconi dal conflitto di attribuzione per il caso Ruby. “Daniela Melchiorre – spiega Guido Ruotolo de La Stampa – fu nominata sottosegretario all’Economia, salvo poi dimettersi un mese dopo. Va aggiunto che per quel voto anche altri ex dissidenti che votarono a favore di Berlusconi ottennero qualcosa (Roberto Rosso, Giulia Cosenza e Luca Barbareschi). I Liberal Democratici di Melchiorre e Tanoni ottennero un contributo da Forza italia di 700.000 euro che sarebbero stati utilizzati a fini personali”.
La difesa – “I magistrati napoletani – afferma la deputata Fi, nonché avvocato Anna Maria Bernini – pretendono di poter giudicare e condannare la formazione del libero convincimento di parlamentari della repubblica e addirittura la regolarità dei loro comportamenti di voto. Un mostro costituzionale”. Alla carica anche Renato Brunetta che spiega: “Nella legislatura 2008-2012 i passaggi di casacca sono stati 180, 60 senatori e 120 deputati”. Tuttavia, i nuovi indagati della procura di Napoli non sono i 180 parlamentari che hanno cambiato partito, gruppo o schieramento, ma solo dieci nei cui confronti vi sono indizi di un passaggio di casacca in cambio di soldi, nomine, promozioni.
Di Pietro – “È la prima volta che mi trovo dall’altra parte come difensore di parte civile” ha commentato l’ex pm di Mani pulite. “Secondo l’accusa – ha spiegato – Berlusconi con fior di milioni ha comprato il voto di parlamentari, tradendo la democrazia e mortificando lo stato di diritto. Fino a un certo punto si può prendere in giro la giustizia se no si diventa azzeccagarbugli: mi riferisco a Berlusconi e non ai suoi avvocati”. Poi, Di Pietro ha commentato la possibilità che l’avvocato Niccolò Ghedini possa essere sentito come teste, dal momento che sarebbe a conoscenza di particolari sulla vicenda giudiziaria: “Bisogna riflettere sulla possibilità che chi ha conoscenza dei fatti possa anche assistere e difendere- Anch’io mi trovo in questa situazione, perché sono a conoscenza di fatti: la mia toga oggi sta a significare anche questo, o facciamo gli avvocati o i testimoni”. Nella lista dei testi depositata dall’Idv, l’ex pm di Mani Pulite cita anche altri senatori e testimoni di possibili corruzioni di altri parlamentari. Mario Gulli, per esempio, che dovrà essere sentito in relazione a quanto riferitogli dall’onorevole Antonio Razzi agli inizi del dicembre 2010 (e cioè pochi giorni prima del coro di fiducia che lui darà al governo Berlusconi). È ancora Ruotolo a ricordare quanto riferito da Razzi a Gulli in un incontro in Svizzera: “Ci sono dei cambiamenti.. D’ora in poi dobbiamo farci i c…i nostri, ci sono soldi da guadagnare”.