Fumo elettronico e tasse: prelievo fiscale confermato al 58,5% per il mercato delle e-cig
Dopo l’accesa protesta dalle associazioni, resta confermata la tassazione al 58,5%, anche se il provvedimento del regime autorizzativo è sospeso dal Tar.
Il D.M. 16-11-2013 emanato dal Ministero dell’economia e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale disciplina obblighi e normative per la commercializzazione dei prodotti contenenti nicotina o altre sostanze, ma sta mettendo a dura prova l’intero mercato delle sigarette elettroniche.
A partire dal 1 gennaio 2014, infatti, l’entrata in vigore di una serie di nuove leggi con lo scopo di regolamentare il settore delle e-cig e di tutti i prodotti ad esse correlate, ha originato la protesta dell’Anafe (Associazione Nazionale Fumo Elettronico), che ha denunciato sia l’elevata tassazione che l’assurdità del regime autorizzativo, comunicato tra l’altro a produttori e commercianti con grande ritardo.
Dopo la pubblicazione del decreto, era già in corso la richiesta della mobilità al Ministero del Lavoro per oltre 900 addetti, e l’Anafe aveva annunciato la chiusura di ben 3.500 punti vendita nel Paese e la conseguente perdita del posto di lavoro per oltre 5000 dipendenti.
Ma l’interminabile lotta tra l’AAMS e gli imprenditori delle e-cig ha visto la vittoria – per ora solo momentanea – dei secondi: il Tar del Lazio ha infatti deciso di sospendere in parte il decreto. Dopo il ricorso formale presentato dall’Anafe-Confindustria, è stato bloccato il regime autorizzativo previsto per i depositi, intesi come tutti “gli impianti in cui vengono fabbricati o introdotti i prodotti succedanei del tabacco”, ma l’Agenzia delle Dogane dei Monopoli si è affrettata a chiarire che il prelievo fiscale nella misura del 58,5% resta invece confermato.
Affermazione che ha generato l’inevitabile obiezione da parte dell’Anafe: come e quanto pagare, se è saltato il regime autorizzativo e quindi l’obbligo di comunicazione e registrazione dei depositi? Un quesito più che legittimo, al quale gli addetti ai lavori tenteranno di dare risposta in occasione dell’udienza camerale del prossimo 5 febbraio.
Nel frattempo, anche se i Monopoli hanno dichiarato che molte domande ad inizio anno erano già pervenute e già elaborate nei tempi prestabiliti, pare che – secondo l’Anafe – fossero pochissimi in realtà gli operatori della sigaretta elettronica ad aver ricevuto ufficiale autorizzazione. Il presidente Massimiliano Mancini si augura comunque che vengano attuati provvedimenti per permettere allo Stato di incassare il gettito dovuto, calcolato in 117 milioni di euro, ma anche e soprattutto per tutelare gli investimenti fino ad ora sostenuti dalle imprese, in un ramo che negli ultimi anni si è sviluppato e irrobustito, in controtendenza rispetto a molti altri settori.